
A Genova vasta operazione della polizia, coordinata dalla procura, con l'esecuzione di un'ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 14 persone, in prevalenza cittadini senegalesi, ritenuti responsabili, a vario titolo, di produzione, detenzione e spaccio di crack ed eroina sul mercato genovese. Al termine dell'operazione un elicottero ha sorvolato Genova e il centro storico.
"Si tratta di un atto di amore per la città, un segnale che la polizia è vicina ai cittadini, che i loro esposti non cadono nel vuoto" ha detto il questore Vincenzo Ciarambino.
"Si tratta di un atto di amore per la città, un segnale che la polizia è vicina ai cittadini, che i loro esposti non cadono nel vuoto" ha detto il questore Vincenzo Ciarambino.
Tra i clienti della banda, è emerso dalle indagini, anche professionisti e minorenni.
"C'è un problema per quanto riguarda le espulsioni. Se non ci sono gli accordi internazionali queste persone non possono essere rimandate nei loro paesi. Polizia e magistratura ci sono, ma occorre un passaggio in più", ha sottolineato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi.
Dall'indagine della squadra mobile, guidata dal primo dirigente Stefano Signoretti, è emersa una rete organizzata che si occupava di tutti i passaggi. C'era il 'cuoco' che preparava il crack, un 'tassista' che accompagnava i pusher per le consegne a domicilio, le 'vedette' e le donne che si occupavano di nascondere lo stupefacente e di riscuotere i crediti.
Il 'cuoco' aveva anche un'altra attività parallela: procurava documenti falsi a persone su cui pendevano misure e li accompagnava con la fidanzata italiana in Francia.
Indagini sono in corso per capire chi produceva i falsi documenti. Si stima un giro d'affari tra i 60 e i 90 mila euro al mese.
"Si tratta di persone non sbandate, ma radicate nel territorio" ha detto Signoretti. I pusher nascondevano la droga in bocca per poterla ingoiare in caso di controllo.
Le vedette invece chiamavano i poliziotti "i nudi" se in borghese e i "blu" se in divisa. L'indagine, iniziata a maggio 2019, ha portato anche a 10 arresti in flagranza oltre alle misure di oggi.
Per l'operazione sono stati impegnati oltre cento gli agenti con l'ausilio di unità cinofile antidroga, e con la collaborazione della squadra mobile di
Cuneo.
IL COMMENTO
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