cronaca

Contestata la chiusura già da questo venerdì
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L'anticipo, di almeno 24 ore rispetto a quanto previsto, della zona rossa nell'imperiese è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Rabbia, sconforto e tanta delusione. L'urlo più forte arriva dai parrucchieri costretti a disdire i tanti appuntamenti.


"Potevano farci lavorare
- spiega Lori Magurno - non credo sarebbe cambiato qualcosa. Abbiamo gli ingressi scaglionati, tutto igienizzato. E' stata una ginocchiata gratuita".


La Magurno, conscia del continuo aumento di casi da Covid 19 e rispettosa della situazione delicata sanitaria di questi giorni, non riesce comunque a digerire il provvedimento. "Non capisco perchè ufficializzare il cambio di colore alle 18 quando, carte alla mano, la situazione era già chiara parecchie ore prima. Oltre il danno la beffa".


Decisamente meno pacati i toni del collega Giuseppe Stigliano che, in barba al decreto, ha comunque tenuto aperto il locale pronto a "beccarsi" una multa. E così è stato.


"Lo avevo messo in preventivo - ha dichiarato senza perdere la calma - ma il rispetto verso la mia clientela va ben oltre una sanzione. Ho voluto protestare e lo rifarei tutta la vita. Non esiste avvisarci con una manciatina di ore di anticipo. Non ho fatto niente di male. Solo ho voluto manifestare il mio disaccordo".


Nella scia delle proteste non poteva mancare la Fipe diretta a livello provinciale da Enrico Calvi. " Solita storia, solita pagina. E' ormai un paese diviso tra garantiti e non garantiti. Mi riferisco - spiega - alle retribuzioni. C'è chi lo stipendio non lo perde c'è chi non riesce a comprare il pane per la sera. Tutto qui. Parlare di ristori in un momento del genere - conclude - appare un'offesa".