cronaca

Mascherine indossate, al tavolo con gli amici più stretti e alle 21:45 tavolini deserti
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Si parte soft, ma si riparte: anche in Liguria è scattata l’ora dell’aperitivo, il primo al tavolo dopo più di 6 mesi. Mascherine indossate, al tavolo con gli amici più stretti, la fidanzata o i familiari, qualche sguardo preoccupato al cielo alle prime gocce di pioggia, ma la voglia di assaggiare un sorso di normalità. Piazza delle Erbe a Genova, meta simbolo della movida nel centro storico, ha quasi tutti i tavoli pieni seppur distanziati. Silenziosi invece i vicoli limitrofi, dove restano giù le serrande dei bar che non possono fare servizio al banco. Ma poco più in là, si sente un altro vociferare: da piazza Embriaci a piazza San Lorenzo, ogni centimetro di dehor conquistato è ‘prenotato’, nonostante le previsioni non fossero delle migliori. E qualche ombrello lo si è dovuto aprire nel corso della serata, anche se quasi tutti i locali non si sono fatti trovare impreparati con maxi ombrelloni aperti.


Ci si accontenta. Tra i clienti sembra già tanto poter stare al tavolo dopo le 18 “una sensazione impagabile, posso finalmente incontrare le mie amiche fuori casa ed è bello vedere un po’ di persone in giro” e la maggior parte si dice d’accordo con il coprifuoco poiché “era giusto ripartire gradualmente”. Lo conferma anche alcuni titolari di locali. È il caso di Davide Volterra che da dietro il bancone sottolinea: “Se avessimo dato un liberi tutti fino alle 3 di notte, qui per noi sarebbe stato davvero difficile da gestire. Invece questa sera siamo soddisfatti dei tanti clienti affezionati presenti: non ci aspettavamo tutta questa risposta ed è un bene, anche per poter richiamare i nostri dipendenti dalla cassa integrazione”. Gli fa eco un ristoratore pugliese, Felice Zingarelli, trapiantato a Genova che nel dehor affacciato su Piazza De Ferrari trova comunque lati positivi: “Non ci lamentiamo, il grande problema resta l’incognita del maltempo e sarebbe bello poter accogliere i clienti in serate come queste anche al chiuso, magari con più limitazioni come i due metri di distanza”. E sul coprifuoco sorride: “Per chi come noi ha famiglia e torna spesso tardi la sera ha i suoi vantaggi, per una volta tanto posso andare a dormire presto”. Alle 21:45 tavoli deserti e fuggi fuggi a casa, dopo aver saldato il conto della cena: altro che ore piccole.

A qualche metro di distanza c’è chi invece continua a chiedere risposte concrete al Governo: si tratta di coloro che hanno aderito a #ProtestaLigure che da una decina di giorni davanti alla Sala della Trasparenza di Regione Liguria domandano che si torni indietro sulle decisioni prese. “In primis sul poter aprire anche i locali al chiuso, senza discriminazioni”, spiega Ileano Gregnanini. E del resto il freddo, la pioggia e il vento sembrano voler dare loro ragione. “Chiediamo poi ristori per compensare quanto patito, molti non potranno arrivare a fine mese e saranno costretti a chiudere le proprie attività”. C’è chi in via Canneto il Lungo fa di tutto per mantenere la famiglia tra lavoretti saltuari e attività chiusa, perché “tenere aperto costa di più”.

A gran voce le associazioni di categoria hanno chiesto consumo al bancone, riapertura all’interno e ristori ‘per pioggia’ in caso di chiusure dovute al maltempo: "Per questa sera ci siamo salvati, ma non dimentichiamo i nostri colleghi, più del 50%, che non possono riaprire", commenta Marina Porotto presidente Fipe Giovani Liguria "Per chi poi ha un ristorante, rischia ogni giorno le proprie forniture, perché basta un po' di pioggia per perdere prenotazioni e di conseguenza le scorte che sono da buttare via". Ironia della sorte, in questi primi giorni di zona gialla è prevista pioggia per quasi tutta la settimana. Ma non ci si arrende, ci si rimbocca le maniche e si spera in un futuro dal sapore più dolce.