salute e medicina

Pfizer o Moderna invece che Astrazeneca ai 60enni purché lo facciano
1 minuto e 53 secondi di lettura
Se ho capito bene, ma penso di sì, la Regione sta ragionando su un metodo per far vaccinare in Liguria anche quei sessantenni unici recalcitranti perché rifiutano di farsi inoculare il “terribile” vaccino Astrazeneca. Quei sessantenni che hanno ricevuto una sonora e civilissima lezione di buon senso e generosità dai diciottenni, categoria anagrafica di cui la nostra regione, purtroppo, è avara, che hanno ancora una volta letteralmente preso d’assalto il sito per i vaccinandi. Evidente che lo scopo principale dei giovanissimi sia quello di ritornare liberi. E hanno tutte le ragioni di questo mondo.


Dunque, se ho capito bene, per convincere i sessantenni e ultra a vaccinarsi la Regione sta pensando di offrire loro la scelta del vaccino. Non volete l’Astrazeneca? Allora ecco a voi o Pfizer o Moderna! Scegliete, come al bar. Nel dehors dei vaccini! Meglio un Camparisoda o uno Spritz? Almeno i diciottenni hanno tentato di ricevere il Johnson&Johnson con l’unico obbiettivo di risolvere la procedura di vaccinazione in una sola dose. Scegliendo in ogni caso senza far storie un farmaco simile all’Astrazeneca, più consigliato agli anziani, che invece l’avevano respinto.

Bene. Questa opportunità di scegliersi il tipo di vaccino in un momento in cui per provare un po’ di normalità tutti dovremmo essere pronti e felici solo di vaccinarci, ha dell’incredibile, mentre risulta evidente che la super-campagna sta dando i primi reali successi nella lotta alla pandemia. Purché sia generalizzata, totale, assoluta.

Capisco il governatore Toti che ha l’onere di gestire al meglio le vaccinazioni raggiungendo il cento per cento in Liguria nel più breve tempo possibile. Quindi capisco che l’obbiettivo debba essere raggiunto con tutti i mezzi possibili, anche offrendo ai recalcitranti ultrasessantenni Pfizer con ghiaccio e Moderna con olive e patatine. Mi auguro che tale possibilità di scelta finisca in coda alla somministrazione degli altri vaccini programmati e individuati così come ha deciso lo Stato italiano attraverso le disposizioni del generale Figliuolo, non pregiudicando il sacrosanto diritto all’inoculazione consigliata di quelli che hanno l’età giusta per farla e non pretendono vaccini “à la carte”.