Una nuova specie si è appena aggiunta all’elenco di quelle note nel Parco Naturale del Beigua, la Salamandrina di Savi. Non si tratta in realtà di una scoperta, ma di una riscoperta pubblicata da Alberto Pastorino, naturalista, sulla Rivista piemontese di Storia Naturale.
La spiegazione più probabile di questa riscoperta è che la specie non sia mai scomparsa dai nostri monti ma, viste le sue abitudini elusive e una distribuzione molto puntiforme, sia semplicemente sfuggita ai rilevamenti negli scorsi anni, seppur svolti con competenza dai collaboratori dell’Ente Parco. A nostra insaputa questo piccolo anfibio ha continuato ad abitare i boschi intorno alle pozze e ai ruscelli con acque pulite, di cui ha bisogno per deporre le uova.
La sua presenza è indice di un ambiente sano, che deve però essere tutelato per garantire la sopravvivenza sua e di altre specie, molto sensibili al taglio dei boschi (che altera il microclima della lettiera), all’inquinamento dell’acqua e all’introduzione di pesci. Boschi ecologicamente sani, quindi anche con la presenza di alberi morti, che alimentano la crescita di nuovi alberi, e ruscelli sani sono la casa della Salamandrina.
La Salamandrina dagli occhiali, per via di una macchia chiara sul capo, o di Savi, dal nome di chi per primo l’ha descritta nel 1821, è un anfibio endemico della penisola italiana, ossia presente solo nel nostro Paese. Si tratta di una salamandra di piccole dimensioni (7-13 cm, oltre metà costituita dalla coda), soprattutto se paragonata alla più comune Salamandra pezzata, che nelle giornate umide spicca nel sottobosco, grazie al suo vivace colore giallo e nero.
La Salamandrina è invece bruno-nera sul dorso, mentre mostra un misto spettacolare di colori rosso e bianco nella parti inferiori del corpo (gola, ventre e arti). Se percepisce un pericolo può capovolgersi o inarcare verso l’alto la testa e la lunga coda sottile, formando un cerchio quasi perfetto, mettendo in evidenza i colori ventrali per avvisare il potenziale predatore della sua tossicità; una colorazione di questo tipo è detta aposemantica, come quella della Salamandra pezzata.
Il genere Salamandrina è distribuito nei boschi umidi dalla Liguria alla Calabria; recenti analisi genetiche tuttavia hanno mostrato una differenziazione tra le popolazioni settentrionali e meridionali tale da considerarle ora due specie distinte (Salamandrina perspicillata o di Savi e Salamandrina terdigitata o con gli occhiali). L’Appennino ligure-piemontese è l’estremo più settentrionale dell’areale di distribuzione.
Alcuni dati storici nell’area del Beigua (Monte Beigua, Cogoleto, Arenzano, Rossiglione) non erano più considerati aggiornati dopo gli anni ’90, ipotizzando una scomparsa della specie e spostando il limite di distribuzione in val Polcevera. La Salamandrina è attiva di notte oppure di giorno in condizioni di elevata umidità.
Nel 2013 la Salamandrina di Savi è stata trovata nel Parco delle Capanne di Marcarolo, mentre nel 2018 è stata avvistata casualmente a Masone, nella Valle del Serpente, da Alberto Pastorino. Un’ulteriore conferma è arrivata nel 2019 vicino al Passo del Faiallo, in Valle Orba, dal signor Feres El Abed.
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Parco del Beigua, specie animali credute scomparse: riecco la Salamandrina
Dopo anni in cui non si sono avute segnalazioni della sua presenza
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