Il mercato pubblico quasi deserto, i tanti negozi di via Fillak e via Canepari chiusi e mai riaperti. Serrande abbassate, tante, troppe.
Fra il crollo del ponte e il Covid Certosa ha ricevuto un duro colpo che ha dimezzato la vita del quartiere popolare della Valpolcevera. Gli sfollati che sono scappati via, le case abbattute, i disagi pesanti di un cantiere aperto h24 ore per due anni: la desertificazione ha tante ragioni, ma, a detta degli abitanti, è innegabile, e poco hanno fatto le istituzioni per aiutare chi doveva essere aiutato, i commercianti prima di tutti.ù
E' quanto trapela da un viaggio sotto il sole fra via Fillak e il circolo simbolo del quartiere degli Amici Certosa, alla vigilia delle celebrazioni del terzo anniversario della tragedia: "La radura della Memoria e i giochi sotto il nuovo ponte sono palliativi" dice duro Metodio Bonicioli, pensionato che nella vita ha fatto anche il pianista di piano bar e portavoce non ufficiale della gente di questa fetta di Certosa: "Qui a venti metri c'è il mercato dell'ortofrutta dove sono rimasti aperti due banchi su una cinquantina" rimarca Bonicioli.
"Qui nel circolo Amici di Certosa è calata l'affluenza di almeno il 50%, questo è un punto di aggregazione, ma tanti hanno cambiato casa e sono andati via di qua. Quello che preoccupa di più, il simbolo della crisi, sono le attività commerciali, ci vorranno ancora anni prima di avvertire una ripresa perchè è tutto cambiato in peggio, questa è una zona di transito, dall' autostrada a Sampierdarena, una ferita aperta che stenta a rimarginarsi, il ripristino della viabilità con il nuovo ponte ha dato poco, qui all'ora di pranzo era strapieno di persone, operai che mangiavano, ora non c'è nessuno. Per questo non ci importa della Radura della Memoria e dei giochi dei bambini, qui i politici li vediamo solo nei giorni delle inaugurazioni, e non ci basta".
Stesse denunce anche da altri abitanti di via Fillak, che però non vogliono esporsi, "ho già avuto dei guai" assicura uno di loro che però ci tiene a ringraziare Primocacanale per "le dirette tv".
Bonicioli invece parla, e dice anche che il ricordo più brutto del crollo è stata la vista del ponte spezzato in due, da e ex pianista di piano bar alla domanda su quale canzone esemplifica meglio la crisi di Certosa non si lascia cogliere di sorpresa, "una canzone di Pappalardo: Ricominciamo".
cronaca
Tre anni dopo Ponte Morandi Certosa è ancora un deserto: "Commercianti abbandonati"
Gli abitanti duri: "La Radura è un palliativo, è tornato un ponte ma qui la vita non è mai ripresa".
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