Al di là del paragone un po’ blasfemo con Tommaso, ogni precedente porterebbe a girarsi dall’altra parte davanti alle voci che scuotono il mondo rossoblù. Ritmicamente, in ogni momento di crisi, tecnica, di rapporti presidenza-tifoseria, di turbolenze più o meno generali, è sempre spuntata la voce di una trattativa. E siccome in crisi ci siamo oramai da anni e anni, la trattativa c’è sempre stata, spesso anche con l’incarico a più o meno titolati advisor di vendere la società. Sappiamo bene come è finita: acquirenti sempre inaffidabili, new diligence mai effettivamente avvenute per lo sbarramento del presidente, evanescenza o poca credibilità del pretendenti, spesso anche sbeffeggiati dal Joker che poi rilanciava potentemente.
Ma questa volta lo scenario è molto diverso e anche alcuni fatti possono suggerire di seguire la vicenda con una attenzione speciale. Intanto il crak che c’è stato nel mondo del calcio è evidente: il profondo rosso dei bilanci che scavano abissi di differenze tra le grandi e le medie e le piccole società, il progetto per ora saltato della Superlega, che, però, esiste nei fatti con le rose di giocatori delle squadre tanto sproporzionate da spaccare il campionato in due categorie.
Preziosi, il più longevo presidente della serie A, leader di fatto di questa congrega, non per peso suo societario, ma per esperienze vissute, lo sa bene e da troppo tempo l’equilibrio tra i conti del Genoa e quelli delle sue attività di imprenditore sono in pericoloso disequilibrio, come gli esperti economici continuano a far notare.
La volontà spesso conclamata di voler lasciare, quasi sempre una tattica per scrollarsi di dosso il peso di una contestazione incessante ( non esiste presidente così lontano dai suoi tifosi), potrebbe essere questa volta più sincera che in passato per questi motivi strategici.
La volontà spesso conclamata di voler lasciare, quasi sempre una tattica per scrollarsi di dosso il peso di una contestazione incessante ( non esiste presidente così lontano dai suoi tifosi), potrebbe essere questa volta più sincera che in passato per questi motivi strategici.
Ci sono segnali di un distacco già precedenti alle voci di oggi. La conferma, mai veramente annunciata di Ballardini, un allenatore provvidenziale, ma mai amato( anzi) dal presidente, una ennesima campagna di mercato devastante e questa volta per ora senza neppure un segnale di investimento nel futuro.
Preziosi ha oggi 73 anni, ha governato il Genoa per 18 anni, tenendolo in serie A per 13 anni e questo è un record che nessuno potrà mai non riconoscergli.
E’ ancora a cavallo del suo business imprenditoriale, costruito con una capacità da vero grande self made man, che anche i tifosi più nemici non possono smentire . Ha fatto vivere al Vecchio Balordo grandi momenti di esaltazione, con risultati apicali, ha portato a Genova giocatori diventati top player nel mondo, ma ci ha anche sprofondato in serie C con uno scandalo incancellabile e non ci ha iscritto all’Europa, quando in campo ce lo eravamo meritati, grazie a Gasperini, un allenatore da lui portato alla grande notorietà, che il mondo del calcio oggi nobilita, ma che lui licenziò facendolo piangere per beghe di rapporti dentro alla società.
Può essere stanco al punto veramente di sedersi a un tavolo intenzionato a chiudere sul serio, senza maschere?
Da vecchio e modesto osservatore non ci credo. Per Preziosi il calcio è la compensazione autentica della sua vita di imprenditore impegnato sul mercato del mondo. Il calcio è la sua linfa vitale, il riconoscimento pubblico per una personalità da “lupo solitario”.
Per questo credo che la trattativa di cui si discute oggi sia autentica, non mascherata, ma solo se c’è un’altra strada che il Joker ha già imboccato per restare in un mondo che non può lasciare. Avellino, Verona, le vecchie voci superate dai fatti, qualcosa d’altro che si sta preparando in un mondo in ebollizione dove tutto si capovolge e dove la più vecchia società di calcio italiana, nata con lo storico timbro inglese, potrebbe essere conquistata dagli yankees? Non so, ma più che un Genoa in altre mani mi sembra difficile immaginare un Preziosi senza calcio.
IL COMMENTO
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