Ma anche per i blucerchiati, reduci dalle due sconfitte con Napoli e Juventus, l’appuntamento è da non fallire, così come quelli successivi con Cagliari e Spezia. Sin qui la Samp ha fatto discretamente bene sul piano del gioco, non altrettanto sotto l’aspetto degli equilibri.
Da un lato infatti c’è da registrare la difesa, che solo nelle ultime due gare, sia pure contro avversari forti, ha subìto sette reti, frutto di disattenzioni individuali e disorganizzazione di reparto. Ma anche l’attacco langue, se è vero come è vero che dei sette gol sinora realizzati dalla Sampdoria appena due portano la firma di un attaccante, Ciccio Caputo. Quagliarella è ancora a secco, record negativo per lui, Gabbiadini infortunato dalla prima giornata col Milan e soltanto adesso sulla strada del recupero, Torregrossa impalpabile.
E poi c’è l’oggetto misterioso Damsgaard, che appare un po’ sacrificato rispetto al ruolo più offensivo che aveva ricoperto durante agli Europei nella Danimarca.
A complicare la situazione, forse, anche il fatto che lo stadio di Marassi, quando la Sampdoria gioca in casa, risulta essere il più deserto d’Italia. Manca, insomma, la spinta dei tifosi, alcuni politicamente impegnati nella battaglia o tutti o nessuno altri probabilmente solo afflitti da una certa disaffezione.
Resta il fatto che il sacrosanto alibi di un calendario terribile sta per venire meno ed è l’ora di capire di quale pasta è davvero fatta la Sampdoria di Roberto D’Aversa.
IL COMMENTO
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