salute e medicina

Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico allontana il modello israeliano
1 minuto e 48 secondi di lettura
 "Per quanto riguarda i soggetti sani e giovani è tutto fuorché scontato che si debba andare verso una terza dose: è stato detto chiaramente anche dall'Agenzia Europea del Farmaco e stessa Oms". Queste le parole di Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, a Genova per un convegno.

"La campagna vaccinale in Italia - aggiunge - è stata chiaramente un successo e abbiamo più dell'82% della popolazione vaccinabile che ha ricevuto almeno una dose e non è un caso che la nostra curva epidemica sia la migliore di tutti i Paesi europei".

Per quanto infine concerne lo scenario internazionale, secondo Locatelli è necessario "dare copertura a quei Paesi a basso e medio reddito dove la campagna vaccinale è imparagonabilmente più bassa".


GRADUATORIA - Locatelli ha aggiunto: "Il covid-19 è diventata la quarta causa di morte nel nostro Paese. Negli Stati Uniti la mortalità da covid-19 rappresenta addirittura la terza causa di morte nel 2020 ma oltre a questo carico di dolore c'è la chiara evidenza che la pandemia ha portato a un'alterazione o addirittura a un'interruzione dei servizi nelle prestazioni sanitarie offerte, il 94% dei Paesi che hanno risposto all'Oms ha riportato un'alterazione dei servizi sanitari offerti".

NO VAX - "Chi rifiuta la vaccinazione non si vuole bene e non vuol bene a chi è vicino, nel senso che non si protegge ed espone i conviventi e i contatti a un rischio, oltre che espone i familiari di entrare in una situazione difficile perché chi non è vaccinato è esposto al rischio di patologia grave anche fatale. Il messaggio forte è: se vi volete bene vaccinatevi".

VISIBILITA' - "La comunicazione in situazione emergenziale e pandemica è qualcosa su cui riflettere, si impone una questione comunicativa qualora si dovessero ripresentare situazioni come queste. Si è parlato di infodemia: provo a provocarvi dicendo che qualcuno è diventato preda di incontinenza mediatica. Va evitata una possibilità di usare situazioni come queste per visibilità personale dovendosi invece privilegiare sia la responsabilità nella comunicazione sia tutto quello che pertiene a strategie di interesse globale e nazionale".