Lunedì, con buone probabilità, il venticello di crisi che ha scompaginato le chiome già arruffate della giunta regionale, cesserà di soffiare. Intorno al tavolo della maggioranza che guida la Liguria spireranno venti calmi di pace. Giacomo Conti, segretario regionale di Rifondazione comunista, rinsalderà la sua alleanza con Claudio Burlando, anzi il patto sarà ancora più forte di prima e potrà assicurare alla giunta un futuro meno periglioso. Almeno da parte della sinistra.
Conti sarà,come scrive l’acuto Enzo Costa su Repubblica “la variante comunista di Sandro Biasotti”, ma almeno, sia chiaro, per quelli di sinistra, è davvero comunista e non ha bisogno di sventolare certificati anagrafici che testimonino origini operaie e contadine, per esserlo.
E’, però, un comunista che se va al governo fa anche l’uomo di governo. E’ facile, infatti, andare al governo, chiedere cose, firmare patti e poi, ogni settimana, minacciare crisi, fughe, abbandoni. Più difficile elaborare una strategia, complicata perché una maggioranza è fatta di tante teste, e cercare di raggiungere qualche obiettivo non è semplice
Conti ci prova. Fino a oggi, tra difficoltà perché di cose “di sinistra” la giunta di Burlando non ne ha fatte molte, c’è riuscito, conciliando la storia personale, le sue idee, la sua ideologia, con la concretezza del fare, dell’amministrare.
Qualche giorno fa, però, quando si è accorto che il nuovo Pd tirava un po’ troppo al centro e questo metteva a rischio scelte già concordate (i famosi patti che andrebbero sempre rispettati) ha detto stop. E lunedì saranno proprio Burlando e Conti a dover ridare la rotta alla giunta, indicando cose di sinistra e cose meno di sinistra, ma soprattutto riconfermando gli obiettivi che, quando nacque questa maggioranza, erano stati messi, come si dice, nero su bianco.
Le cose di sinistra di Conti sono: una sterzata decisa verso il sociale, che vuol dire più aiuti a chi ne ha bisogno, anziani, giovani precari, fasce deboli. Una sanità diversa, fatta meno di raccomandati di partito da piazzare al comando di uffici e corsie, ma di liste d’attesa decenti, dove chi deve fare un esame diagnostico delicato non debba sempre affiancare la sua richiesta a un voto alla madonna della Guardia. Una politica ambientale non schizofrenica, ma seria, di controllo severo contro le speculazioni cementificatorie mascherate da grandi interventi di sviluppo.
Se queste cose sono di sinistra non lo so. Sono di buon senso. E allora vada avanti compagno Conti. Anche senza fare la rivoluzione. Quella la farete un’altra volta.
IL COMMENTO
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