"Siamo stufi di essere diretti da pensionati". Anche con questo motivo un gruppo di portuali dissidenti dalla Culmv che fa riferimento al Comitato Ponte Etiopia, ha fondato il gruppo "Fronte del porto Genova". E questa mattina hanno lanciato alcune proposte: ritorno di tutte le banchine sotto il controllo pubblico (gestite da una società di cui il 51 per cento sia dell'Autorità Portuale) e trasformazione delle ex compagnie portuali in servizi d'interesse generale alla stregua dei rimorchiatori e degli ormeggiatori. "Ci siamo riuniti sui contenuti e siamo aperti a chiunque - ha detto uno dei quattro portavoce, Massimo Meucci - vogliamo rapportarci a tutti i lavoratori, quelli dei terminal, quelli della Ferport perché nella bagarre dell'inchiesta della procura di Genova non vogliamo rimetterci noi". "Siamo un movimento di lavoratori portuali che dice basta - ha aggiunto un'altro, Giovanni Cirri - portiamo una criticità di tutta la portualità italiana: qui è una guerra, abbiamo lasciato sulle banchine salari e morti". Inevitabile il riferimento all'inchiesta sul Multipurpose, che, dicono i camalli, "ha aperto un vaso di Pandora e ha mostrato la gestione mafiosa del porto e l'occupazione di spazi pubblici".
Cronaca
Rivoluzione tra i camalli , nasce "Fronte del porto"
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