Cronaca

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Qualcuno, leggendo su ‘Il secolo XIX’ l’intenzione del Sovrintendente del Carlo Felice Gennaro Di Benedetto di dimettersi dalla sua carica, aveva già stappato le bottiglie di champagne. Nessuno sembrava averne fatto un dramma, a partire dal sindaco di Genova, Marta Vincenzi, Presidente del Consiglio di Amministrazione del teatro, che anzi in un'intervista a Primogiornale ha colto l’occasione per lanciare un frecciatina al suo predecessore Giuseppe Pericu. Figuriamoci i sindacati che già da tempo chiedevano la sua testa, chi in maniera più sfumata chi invece dichiaratamente, senza ‘se’ e senza ‘ma’. Di Benedetto invece resta, ma con lui restano anche i tanti macigni che pesano sulla sua attuale posizione: come l’accusa di aver spaccato di fatto il sindacato con un accordo firmato con i confederali (la minoranza dei lavoratori) e la netta chiusura agli autonomi che ha portato ai ripetuti scioperi che hanno penalizzato il ‘Trovatore’ e il caso-Oren, il prestigioso direttore d’orchestra che la maggior parte delle maestranze ma non solo loro (vedi il consigliere Mario Menini, unica voce critica all’interno del Cda) avrebbero visto con favore come Direttore principale e contro il quale Di Benedetto ha sempre posto il veto. E adesso? Sul piatto resta, innanzi tutto, il problema-bilancio, ufficialmente in pareggio ma solo se si renderanno disponibili, come pure sembra certo, i tre milioni di euro residuo delle Colombiane. Ma cosa succederà se la campagna elettorale e il possibile cambio di governo dovessero ritardare l’arrivo di questi soldi, con i problemi finanziari che hanno causato i recenti scioperi e una nutrita stagione estiva da affrontare? Senza contare che c’è chi sostiene che Marta Vincenzi si stia muovendo da tempo per trovare il sostituto di Di Benedetto, nella speranza –sussurrano i maligni- che la scelta sia però più artistica che politica. Ma al di là di tutto, quello che serve al Carlo Felice è il ritorno di una pace sociale che duri, e l’unica maniera per ottenerla è che tutti –nessuno escluso- facciano un passo indietro, mettendo da parte incomprensioni, pregiudizi e disaccordi. Purtroppo, è la cosa più difficile.