La sentenza di Genova dice una cosa che tutte le persone di buon senso sapevano: non ci fu una organizzazione di uomini dello Stato che pianificò, ordinò o tollerò con dolo eccessi di violenza da parte delle forze dell'ordine. Già gli atti giudiziari avevano dimostrato che non vi fu da parte degli apparati e tanto meno della direzione politica dello Stato, una strategia di provocazione o, peggio, una corresponsabilità nell'organizzazione della violenza che investì le vie cittadine.
Questo lo sanno le persone di buon senso e questo, indipendentemente da cosa succederà in appello sulla Diaz, sarà confermato. Nelle manifestazioni del G8 qualcuno pianificò e organizzò l'ala violenta e certo minoritaria dei manifestanti; chi sia questo qualcuno e quanto fosse coinvolto nel Genoa forum forse non lo sapremo mai fino in fondo. Le spranghe giunsero nelle vie, alcuni avevano il cambio dei vestiti per non farsi riconoscere, le violenze scoppiarono in modo organizzato e pochi riuscirono a coinvolgerne più negli scontri.
Una attenuante del diritto penale è quella di aver agito condizionati dalla folla in tumulto, molti in buona fede furono coinvolti dagli eventi. Molti che si trovarono lì furono, insieme, vittime e colpevoli; per capire ciò che è avvenuto dobbiamo convincerci che ci fu chi venne in buona fede a Genova e finì col compiere dei delitti. La sentenza della Diaz ci dice che tra questi ultimi c'erano anche dei poliziotti è possibile, addirittura probabile. Ovunque c'è stata responsabilità è giusto che venga punita anche se il contesto può aver coinvolto e condizionato la ragione.
Tutto ciò non sarebbe accaduto se chi pensò e organizzò a freddo la violenza non l'avesse avuta vinta per le vie di Genova.
Tutto ciò non accadrà più se si saprà guardare con onestà alla brutta pagina della storia della Repubblica che è stata il G8 a Genova, se si smetterà di dare colpa allo Stato e ai suoi uomini anche se alcuni di essi hanno commesso dei crimini, se ci si convincerà che tutti quelli che hanno sbagliato debbono pagare, se la si smetterà di dire che la più vittima, un ragazzo che è morto, fu un eroe: perché gli eroi non commettono crimini, né tentano di commetterli.
IL COMMENTO
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