Politica

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Era gremita, questa mattina alle 12.30, la sala di Corte d'Assise del Tribunale di Genova, e vuote le altre aule. La giustizia si è simbolicamente fermata in tutta Italia per consentire le assemblee dei magistrati che hanno proclamato lo stato di agitazione per protestare contro le recenti ingerenze del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nei loro confronti. Sotto accusa soprattutto le parole del premier dopo la sentenza della Corte Costituzionale nei confronti del lodo Alfano, il servizio di 'Canale 5' contro il giudice Mesiano e le accuse di "pm comunisti" lanciate nel corso della trasmissione di Rai 3 'Ballarò'. Durissimo il commento del sostituto procuratore Francesco Pinto, Presidente dell'Associazione nazionale magistrati della Liguria: "Il silenzio non è più possibile perché la misura è colma - ha detto -: siamo di fronte a piani eversivi dell'ordine democratico e delle garanzie costituzionali e ad uno squadrismo mediatico senza precedenti. L'attacco alla magistratura è un attacco alla democrazia stessa e per questo motivo lanciamo un appello a tutti gli uomini liberi del paese".