di Mario Paternostro
Massimiliano Morettini era assessore comunale al centro storico e alle politiche giovanili, quando scoppiò il caso definito “Mensopoli”. Si dimise per affrontare l’inchiesta. Massimiliano Morettini è uscito completamente indenne dalla vicenda. Quindi il sindaco dovrebbe restituirgli il suo incarico. Il garantismo è tutelare chi è indagato fino alla sentenza. Ma anche dopo. Qui non c’è stata nemmeno la sentenza perché la posizione di Morettini è stata completamente archiviata. Allora attendiamo che Marta Vincenzi, sicuramente sensibile di fronte a queste vicende (Genova non è la città dei diritti?) faccia la sua parte fino in fondo.
Morettini è un giovane e stava lavorando bene sui problemi dei giovani e del centro storico. Ha avuto un’esperienza anche all’Arci, potrebbe occuparsi di promozione perché lui sa che cosa è la promozione, potrebbe far risparmiare al Comune soldi spesi in consulenze. Insomma, Morettini dovrebbe serre riammesso alla prova da assessore. Quando la Vincenzi presentò la sia giunta, Morettini era il volto giovane, che non guasta nella città dei dinosauri che passano e ripassano, vanno e tornano da decenni sempre agli stessi posti. Sempre con le stesse facce da faraoni imbalsamati. Poi l’inchiesta, le dimissioni. Ora un diritto che va rispettato. Altrimenti è inutile avere addirittura un consulente per la città del diritti, quando i diritti valgono solo per alcuni e per altri no.
IL COMMENTO
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