Cronaca

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L'istruttore subacqueo che ieri si è immerso in mare a Portofino con i due sub di Piacenza, padre e figlio, morti intrappolati nella grotta di San Giorgio, è stato ascoltato dal pm della Procura di Chiavari Francesco Brancaccio che indaga sulla tragedia. Il sommozzatore, che di professione fa il poliziotto a Milano, ha incontrato il pm presso la sede della capitaneria di porto di Santa Margherita Ligure e ha reso dichiarazioni spontanee agli investigatori per ricostruire quanto accaduto nella grotta. Dopo di lui è stata ascoltata in capitaneria anche la moglie e madre dei due sub morti, Isabella Castelli. Intanto, uno dei due titolari del diving center a cui si erano rivolti i due sub per partecipare all'immersione guidata, Antonio Pizzo, ha spiegato che il suo istruttore "ha cercato in tutti i modi di aiutare i due sommozzatori ad uscire dalla grotta senza esito. Il passaggio di uscita ha due metri d'acqua mentre nel sifone in cui si trovavano ci sono 5 metri d'acqua. Alessandro è riuscito a percorrerlo avanti e indietro diverse volte ma loro non ci riuscivano. A un certo punto, per non lasciarli più soli ha scelto di uscire direttamente dal sifone invece di immergersi di nuovo. Così li poteva tenere sotto controllo. Li aveva messi in assetto positivo - ha aggiunto Pizzo -, erano tutti e due coscienti. Poi, per qualche motivo, si sono spaventati e non sono stati più in grado di svuotare il tubetto equilibratore e scendere nel passaggio per prendere il passaggio di uscita". Ha anche spiegato che padre e figlio avevano ottenuto il brevetto "avanzato". "Ieri non era in atto una lezione, ma una immersione guidata. Un conto sono le responsabilità di chi gestisce una lezione, un conto quelle di chi fa la guida. In mare c'erano più gruppi, quando il mio istruttore ha visto che loro due erano in difficoltà li ha subito raggiunti per aiutarli".