Potrebbe essere stata una lieve distrazione a originare l'incidente che ha portato alla morte Wouter Weylandt, il giovane ciclista belga morto ieri pomeriggio a 20 km dal traguardo di tappa del Giro d'Italia. Secondo una prima ricostruzione effettuata anche grazie alle testimonianze raccolte tra i colleghi del ciclista belga, in quel tratto della discesa sulla strada del Bocco i ciclisti stavano sfrecciando a circa 70-80 km/h. Weylandt si sarebbe voltato per vedere se qualcuno poteva dargli una mano a tirare il gruppo perdendo così l'assetto della bici che ha toccato il muretto con la ruota anteriore. Il ciclista è dunque caduto ad una velocità superiore ai 70 km/h sbattendo la testa prima sul muretto e poi sull'asfalto. Per effettuare una ricostruzione completa dell'accaduto, la Polstrada di Chiavari, incaricata dal sostituto procuratore Francesco Brancaccio della procura di Chiavari, ha sequestrato tutti i filmati della corsa. Intanto questa mattina il giro d'Italia riparte da Quarto con prologo all'interno dell'ospedale Gaslini.
Cronaca
Lutto al Giro: indagini, ma oggi si riparte da Genova Quarto
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