Il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica ha destinato 51 milioni di euro di finanziamenti nell’ambito del PNRR per la realizzazione di 3 impianti per la gestione dei rifiuti in Liguria: sono il biodigestore di Saliceti nello spezzino (40 milioni di euro), il biodigestore di Colli a Taggia nell’imperiese (circa 6,7 milioni di euro) e due impianti per il trattamento della differenziata a Sanremo e a Terzorio (entrambi nell’imperiese per un finanziamento complessivo di circa 4,7 milioni di euro). I destinatari dovranno individuare i soggetti attuatori entro il 2023 e realizzare gli interventi entro il 2026.
I nuovi biodigestori erano previsti nel piano regionale di gestione dei rifiuti, come ricorda in una nota l'assessore Giampedrone, che tra le sue deleghe ha anche quella all'ambiente e al ciclo dei rifiuti: "Si tratta di finanziamenti corposi e di grande importanza che permettono di compiere un passo decisivo verso l’autosufficienza del sistema a livello regionale". I nuovi biodigestori non peseranno in bolletta per i cittadini, spiega l'assessore: "Questo stanziamento del PNRR consenta di semplificare la realizzazione di questi impianti e di non incidere con questi costi sulle tariffe pagate dai cittadini".
Il primo biodigestore ligure arrivò nel febbraio 2016: si trova a Ferrania, comune di Cairo Montenotte, e lì ogni giorno arriva per esempio l'umido di Genova e della Città metropolitana. Lo stesso impianto fu poi "raddoppiato", sempre a Cairo, nell'autunno del 2021.
"A Taggia i fondi sono dedicati alla realizzazione dell’impianto per il trattamento della frazione organica all’interno del polo integrato di gestione che prevede la realizzazione, oltre all’impianto oggetto di finanziamento, di una discarica e una struttura per il trattamento della frazione indifferenziata", spiega Regione Liguria.
A Sanremo e Terzorio invece i due impianti si occuperanno del trattamento della raccolta differenziata a livello intermedio nella filiera di recupero: "quello di Terzorio è dedicato ai RAEE, i rifiuti di tipo elettronico. In queste strutture il rifiuto, raccolto nelle isole ecologiche o nei cassonetti, verrà selezionato, eventualmente compattato in queste strutture e, successivamente, inviato agli impianti di trattamento", spiega la Regione.
L'impianto di Saliceti, situato a Vezzano Ligure nello spezzino, è senz'altro l'impianto di cui più si è discusso, sia per la sua grandezza e la mole di rifiuti trattati, sia per le manifestazioni dei comitati di residenti per il no al biodigestore stesso: secondo i comitati, che erano arrivati anche sotto al palazzo regionale di via Fieschi, l'impianto aumenterebbe il rischio di inquinamento dell'aria e delle falde acquifere.
Nel dettaglio, a Vezzano Ligure "la struttura di trattamento dell’organico potrà assorbire 60mila tonnellate di frazione umida all’anno ed estrarre biogas, e nascerà accanto all’impianto, già esistente, dedicato all’indifferenziato. Il biodigestore di Saliceti assorbirà la parte umida dello spezzino e del Tigullio, che attualmente viene trasportato nell’impianto di Cairo Montenotte, nel savonese, o fuori regione, consentendo una ottimizzazione della gestione e di raggiungere l’autosufficienza per quanto riguarda la frazione organica per quanto riguarda la parte orientale della regione".
IL COMMENTO
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