GENOVA-Tendere una mano a chi è in difficoltà e tornare a riconoscere e dare spazio ai valori importanti ma la vera sfida dell'anno prossimo sarà il lavoro. Sono questi i propositi che l'arcivescovo di Genova, il monsignor Marco Tasca, ha fatto per le feste ai genovesi e ai liguri questa mattina, insieme agli auguri di Natale. Auguri che arrivano in un momento di insicurezza per molte famiglie genovesi: "Il Natale è un momento di speranza e fiducia nonostante tutto, Gesù è arrivato nel nostro mondo per condividere, e lo ha fatto fidandosi dell'uomo, credendo che noi uomini potessimo cogliere il suo messaggio e vivere seguendolo. Incarnandosi ha avuto fiducia. Dobbiamo avere anche noi, allora, fiducia in noi stessi per poter aiutare gli altri. Oggi è questo il messaggio più bello."
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Un anno segnato dalla pandemia che ha colpito duro le persone che si trovavano già in difficoltà, accentuando le diseguaglianze: "Io ho toccato con mano un'esigenza veramente forte, quasi in ogni luogo che ho visitato. La sfida è il lavoro, ed è una grande sfida. Da me viene tanta gente che perde il lavoro, non può pagare il mutuo o l'affitto e di conseguenza perde la casa. E' un passaggio demoniaco questo, perchè toglie la dignità delle persone. Come posso io dare una mano? Le istituzioni fanno e danno il loro apporto ma non è abbastanza. Ho visto con i miei occhi una persona andare alla Caritas per chiedere da mangiare e prendere solo scatolette perchè non può accendere il gas e farsi un piatto di pasta."
Natale è il momento giusto per iniziare ad aiutare, spiega l'arcivescovo Tasca: "Non bisogna aspettare le Istituzioni ma bisogna chiedersi, io cosa posso fare? Io come Chiesa, come posso aiutare? Le istituzioni devono impegnarsi, fare e aumentare il loro aiuto. Adesso viene Natale e bisogna chiedersi cosa si può fare concretamente. E' una domanda molto bella e stimolante, riguarda tutti noi. Dare giudizi non costa niente ma chiedersi quale sia la storia di una persona in difficoltà è fondamentale."
La pandemia avrebbe dovuto insegnarci ad essere più solidali, ma non tutti sembrano aver imparato bene secondo il Monsignore: "Gli auspici erano che questa pandemia ci avrebbe insegnato molte cose, e probabilmente durante il lockdown lo ha fatto, però pare che tutto questo sia stato effimero. Bisogna pensare alle cose fondamentali come la famiglia, i figli. Senno il nostro di pensare torna ad essere quello prima del Covid. Cerchiamo di dare tempo e spazio a questi valori importanti."
Non solo l'aiuto per i più deboli ma anche l'impegno, da parte della Chiesa, di far tornare i giovani vicino alla religione. Una sfida difficile nella città più vecchia d'Europa: "Il tema dei ragazzi è fondamentale nella nostra realtà. Anche se qui a Genova effettivamente, guardando le statistiche, abbiamo un bambino ad otto anziani. Come istituzioni ma anche come persone ci dobbiamo chiedere dove ci porterà questo? Non è impossibile riportare i giovani nelle chiese. E' un tema molto vasto e un primo passo è aiutare le coppie giovani che vogliono avere dei figli. Se noi portiamo avanti il nostro sistema credo che non ne incontreremo tanti giovani. La parola d'ordine è condividere, questo è al centro per il nostro incontro con i giovani è la relazione, con molta serenità però, dargli del tempo. Se un parroco ha cinque parrocchie, cinque chiese, dobbiamo farci qualche domanda perchè le relazioni con i giovani non ci possono essere fisicamente. Quest'anno si è aggiunto un presbitero mentre 20 sacerdoti ci hanno lasciato. Bisogna ripensare l'attenzione alla relazione."
Qualcuno parla di una vera e propria "rivoluzione Tasca" con la riorganizzazione della Curia da lui decisa, ma l'arcivescovo non è dello stesso avviso: "Nessuna rivoluzione Tasca, c'è però il fatto che camminando insieme si fanno alcune scelte insieme. Il vescovo è quello che poi firma le carte, ma sono mesi ormai di ascolto e condivisione che hanno portato a delle scelte fatte insieme. Non c'è la rivoluzione Tasca, c'è la chiesa che va avanti insieme."
Covid, pranzo di Natale negato a tanti anziani: Sant'Egidio lo recapita a domicilio-LA NOTIZIA
Dopo lo stop dell'anno scorso a causa del Covid-19, torna l'appuntamento con la Comunità di Sant'Egidio per passare insieme il giorno di Natale a cui parteciperà anche l'arcivescovo di Genova Marco Tasca e il primo cittadino Marco Bucci. Non solo il pranzo di Natale però, ma anche tanti i "pacchi aiuto" portati alle persone sole direttamente a casa dai volontari della comunità, dopo che le richieste, nel solo centro storico sono passati da 500 a 5 mila.
IL COMMENTO
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