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Unige ha un alto tasso di internazionalizzazione, con più di 100 paesi rappresentati. Ma punta anche a creare progetti con l'Asia e l'Africa. E c'è poi un 20% di studenti che arrivano da fuori regione
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GENOVA - Sono oltre 100 i paesi "rappresentati" nell'Università di Genova che si sta scoprendo anno dopo anno sempre più internazionale: su circa 34.000 iscritti, circa 3500 arrivano dall'estero. Il 12% quindi arriva da altri paesi e sceglie Genova per studiare. E contrariamente al trend di molti genovesi che scelgono di trasferirsi e frequentare un corso di laurea in un'altra città, c'è un 20% di studenti che arrivano da fuori regione, tra Genova e gli altri poli regionali. 

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Anche per questo motivo, Unige ha messo in campo diverse misure per fornire un'ottima accoglienza alle matricole che si iscrivono per la prima volta a Genova. Si va dal City Pass gratuito per usufruire dei mezzi pubblici alla "Student card" per sconti e ingressi ai musei, fino al nuovo portale "Cerco alloggio", che mette insieme la domanda dei fuori sede con l'offerta immobiliare genovese. 

Lo scopo dell'ateneo è di rinforzare l'Alleanza Ulysseus, l'università "europea" che collega Genova a Siviglia in Spagna, Nizza in Franca, Munster in Germania, Insbruck in Austria, Košice in Slovacchia, Podgorica in Montenegro e Helsinki in Filandia. Si tratta di 8 università che stanno adottando percorsi comuni, progetti, intenti e la possibilità di conseguire un double degree riconosciuto a livello europeo. 

Ma il rettore Federico Delfino, ad un anno dalla fine del suo mandato, guarda anche ai paesi in via di sviluppo: "Pensiamo al Vietnam in Asia che sta crescendo molto, ma anche il Sud America a cui Unige è storicamente legata", ricorda. "Ma dobbiamo anche aumentare progetti con l'Africa, ci sono le opportunità del piano Mattei ma anche altre partnership possibili che si possono instaurare. Stiamo lavorando con il Marocco con un progetto assieme alle aziende, ma c'è grande interesse anche per la Tanzania, dove vivono 7 milioni di abitanti".

Tutti questi "nuovi mercati" di studenti possono essere raggiunti anche in via telematica, andando ad arricchire così la loro offerta formativa, per formare la classe dirigente del domani.