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La denuncia del portavoce del movimento Lgbt+: "Ma c'è più tolleranza, cinquant'anni fa si sosteneva che l'omosessualità fosse una malattia da curare"
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di Miv

GENOVA -"Si fatica ancora ma abbiamo fatto molti passi avanti in 50 anni quando nacque a Sanremo il Fuori e si riteneva che gli omosessuali fossero dei malati da curare".

 A parlare è Laura Guidetti, portavoce di Liguria Pride che organizza le manifestazioni avviate sei giorni fa a Genova che culmineranno nella parata nelle vie della città che prenderà il via alle 15 da via San Benedetto al Porto, a Principi, e arriverà alle 16 in piazza De Ferrari, "cI aspettiamo tante persone anche se è difficile fare delle previsioni visto che dopo due anni di Covid è la prima volta che si torna in presenza e senza restrizioni. L'anno scorso ad esempio pur con tutti i problemi legati alla pandemia ci furono 8 mila manifestanti".

Guidetti spiega ancora: "Chi non si uniforma al genere sessuale non è una persona da aggiustare, come si riteneva un tempo, per questo siamo qua, siamo Fuori, prendendo spunto dal Fuori ( acronimo del Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano ) nato cinquant'anni fa a Sanremo per difendere i diritti all'autodeterminazione, ma da allora le cose sono cambiate e quest'anno alla manifestazione di Genova, riprende Guidetti, ci saranno ben sette carri addobbati con musica e palloncini".



La portavoce del movimento ammette l'importanza di una sede nel cuore della città: "Da ottobre abbiamo trovato una casa in vico Gibello, nel centro storico di San Lorenzo, è un posto bello e accogliente dove si possono fare tante cose, un luogo che ci regala energia e qui torneremo dopo la parata per un party tutti insieme".

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