GENOVA - Bollette da capogiro per i commercianti italiani. A Genova, si parla di oltre 15 mila euro solo per l'energia elettrica di un mese per alcuni locali: centinaia le denunce, dai ristoranti ai bar passando per panifici e palestre.
A lanciare un grido d'allarme ai microfoni di Primocanale è Massimo Travaglini, imprenditore e proprietario di un noto locale del centro del capoluogo. Famoso per le sue produzioni, dalla focaccia alle brioches, potrebbe chiudere per sempre. Tra le mani una bolletta da far tremare i polsi: circa 15 mila euro per un solo mese di elettricità, il triplo di quello richiesto per il mese di luglio. "Ci siamo ritrovati in un giro di un anno a far fronte al continuo aumento dell'energia: ora siamo arrivati a dei livelli che non hanno più senso. Da giugno a luglio ho pagato circa 8 mila euro, ora ho consumato 3 mila kw in più e ho una bolletta da 15 mila. Non si può così".
La rabbia del settore dell'accoglienza, tra cui alberghi e bar, non passa più inosservata. Dopo due anni di pandemia, infatti, dove una delle vittime sacrificali sono stati proprio questo tipo di locale, gli esercenti fanno fatica a continuare. Molti, a Genova, hanno preso la decisione di aprire solo negli orari dove si guadagna di più. Questo, uno dei pochi metodi rimasti per tagliare le spese. Una scelta che trova conferma in uno degli step del piano di razionamento del governo Draghi per risparmiare gas nella stagione invernale: dalle prime informazioni, si parlerebbe di orari di chiusura anticipati non solo per gli uffici pubblici alle 17,30, ma anche per i negozi alle 19 e per i locali alle 23.
"Non ce la possiamo fare, un'azienda con 20 persone a libro paga, con delle spese bestiali, non ce la fa. Lavoriamo, ma non possiamo farlo per arrivare a malapena a coprire le spese. Non ci guadagno niente. Io non posso neanche aumentare niente: dovrei mettere il caffè a 3 euro anche solo per rientrare delle spese".
A causa del caro bolletta, da qui ai primi sei mesi del 2023 in Italia saranno a rischio circa 120 mila imprese di lavoro del settore terziario e 370 mila posti di lavoro. Tagliare i costi, per molte di queste attività, non è un'opzione. È sconfortato Travaglini, che oltre al locale focacceria ne possiede anche un altro nel cuore della movida del weekend, corso Italia: "Io ci provo, ma come faccio? Se devo cucinare devo accendere bollitore e friggitrice: noi produciamo tutto, dalle focacce al pane fino alla pasta fresca. Cosa faccio la gente senza aria condizionata?".
(Immagine d'archivio)
IL COMMENTO
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