GENOVA - "Ci rivediamo il 28 agosto". "Siamo chiusi fino al 2 settembre". Ah, le ferie: dopo una lunga estate con il ponte di Ferragosto sono molte le attività in centro a Genova ad aver abbassato le serrande. E se le vacanze sono un diritto legittimo di tutti, c'è però da ricordare che la città non è mai stata così presa d'assalto, specialmente dagli stranieri, come in queste settimane. Francesi soprattutto, ma anche svizzeri, tedeschi, spagnoli. E il ritorno di americani e sud americani. A luglio è tutto filato liscio, anche perché gli uffici funzionano a pieno ritmo e la maggior parte dei genovesi resta al lavoro fino alla chiusura aziendale che per molti è proprio nelle ultime due o tre settimane di agosto. Adesso però, sono in molte attività ad aver tirato giù le serrande, lasciando via San Vincenzo, via Fieschi, via Cesarea, via XX Settembre, piazza Dante e molte altre vie del centro senza bar o negozi aperti.
Meglio rispetto agli scorsi anni, di certo, quando anche a Boccadasse diventava difficile trovare un bar aperto. Genova sta cambiando rotta nei confronti di un turismo sempre più in crescita ed è per questo che bar e ristoranti soprattutto si stanno organizzando per andare in vacanza a settimane alterne, evitando così di lasciare strade completamente 'deserte'. Un peccato, però, vedere soltanto i grandi marchi alla vigilia di Ferragosto aperti per chi anche in queste giornate calde, tra un tour per il Centro Storico, una visita all'Acquario e un salto al mare, vuole fare shopping e non trova il vero made in Genova.
Il fatto è che però il turismo a Genova va oltre i tre mesi estivi: dalla primavera con l'apertura dei palazzi di Stradanuova a settembre con il Salone Nautico, passando poi ad ottobre con il Festival della Scienza. E poi si arriva a dicembre, con tutti i festeggiamenti della tradizione. Ecco perché anche ristoratori e negozianti devono trovare il periodo per fermarsi e per far fare le ferie anche ai propri dipendenti. Servirebbe, quello sì, un maggior coordinamento per evitare di avere vie fantasma e i pochi bar aperti con lunghe file di avventori.
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