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di Maurizio Rossi

"La mia vita senza i miei due figli… Questo potrebbe essere il titolo corretto di una riflessione profonda e sincera": inizia così il comunicato di Egle Possetti, Presidente Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, in risposta all'intervista "di famiglia" che il Corriere della Sera ha pubblicato domenica 3 marzo e dove Alessandro Benetton parla del suo rapporto con i figli dichiarando: "Ora sono più paziente con i miei tre figli". Possetti nel crollo del ponte ha perso i nipoti Manuele di 16 anni e Camilla di 12 anni, figli della sorella Claudia, ma il riferimento ai figli è legato a tutte le persone che nel crollo del Morandi hanno perso una persona cara.

"In Italia spesso coloro che hanno le colpe per avere sottovalutato, per avere avuto troppa fiducia sono i morti, è sempre più comodo in genere affidare ai defunti una serie di responsabilità. E’ un mantra che ritorna anche per la famiglia Benetton, infatti chi aveva avuto la leggerezza di fidarsi troppo degli amministratori, pare non ci sia più, ed avanti così, pare emergano solo ingenuità e nessuno ovviamente avrebbe fatto pressione sugli amministratori per ottenere sempre più utili", scrive ancora Possetti nella sua nota.

"Il dato inoppugnabile di questi ultimi anni è la continua ricerca del ritorno alla verginità che emerge in questa famiglia, la ricerca del ritorno ai presunti valori famigliari dei padri fondatori (...). Purtroppo in Italia queste parole vengono ancora fatte risuonare quasi come fossero parole di peso, come se fossero parole di una persona, di una famiglia con profondi valori, quasi un’ascesa al cielo. Il dispiacere, il pentimento sarebbero forieri di azioni vere in campo, azioni importanti, vedrebbero (come abbiamo più volte sollecitato) l’impegno economico importante in borse di studio, o forse per progetti in supporto alle disabilità, od altre belle, cospicue iniziative (...)".

Possetti ricorda, con le sue parole, come sia in atto una campagna per riabilitare la "famiglia" e precisa:

"Le scuse di Alessandro Benetton, non ci commuovono, e non devono commuovere nessuno, sono il tentativo di far riemergere dal fango l’onore della propria famiglia senza pagare dazio e questo non può essere accettato".

"La mia vita senza i miei due figli…” è una denuncia verso quelle persone che hanno lasciato morire figli per l’avidità, per creare sempre utili miliardari che hanno intascato gli azionisti, in primis i Benetton e che mai hanno restituito. Temi che, come spiega Possetti, è sempre bene ricordare.

"C’è un papà che nella nostra vicenda di figli ne hanno persi due, due amori che non potranno mai più crescere e vivere, un papà che non dovrà più avere pazienza, purtroppo… Ci sono mamme, papà, mogli, nonne, compagne, sorelle, zie che hanno perso quanto di più caro e siamo stufi di vedere queste meschine manovre di marketing famigliare... siamo stufi", scrive Egle Possetti. "Anche dalle istituzioni ci saremmo aspettati molto, molto di più", chiude la Presidente.

Certo, Alessandro Benetton che gestisce la cassaforte di famiglia ora "potrà essere più paziente con i suoi figli” ma chi ha perso i figli non avrà mai più la possibilità di diventare più o meno paziente. Sono morti sotto a quel ponte il 14 agosto 2018. Ed Egle Possetti lo ricorda con vigore.

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