Due anni e due mesi fa. 790 lunghi giorni. Era il 31 gennaio 2020 quando il Consiglio dei ministri deliberava la dichiarazione dello stato di emergenza per il rischio sanitario da covid-19. La firma era quella dell'allora primo ministro Giuseppe Conte. Doveva durare sei mesi ma con varie riprese non si è mai interrotto. Fino al 31 marzo 2022, quando questa lunga e dolorosa parentesi si chiude ufficialmente.
L’adozione dello stato di emergenza ha comportato l’approvazione di numerosi decreti, ordinanze, circolari: in totale le varie istituzioni nazionali hanno firmato 914 atti durante questi ultimi due anni, con una media di 35 al mese tra quelli del ministero della Salute (367 atti pubblicati), della Protezione civile (123), del Governo (65), del ministero dell’Interno (58), della presidenza del Consiglio dei ministri (51) e della Struttura commissariale (50).
E proprio quest'ultima - diretta dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo - chiude definitivamente il 31 marzo nella sua conformazione attuale per trasformarsi in una Unità per il completamento della campagna vaccinale e per l'adozione di altre misure di contrasto alla pandemia. Rimarrà attiva fino al 31 dicembre 2022, diretta dal generale Tommaso Petroni, dopodiché tutte le sue attività passeranno al ministero della Salute.
Due anni e due mesi di stato di emergenza si chiudono con un bilancio di oltre 380mila contagiati solo in Liguria, pari a un cittadino su quattro che ha contratto il virus da covid-19 in questi due anni nella nostra regione. Si chiude anche con dati vaccinali importanti: oltre il 90 per cento della popolazione italiana oggi è vaccinata contro il virus.
Da venerdì primo aprile 2022 vengono revocate seppur gradualmente tutte le restrizioni. Si archivia il sistema delle divisione delle regioni in zone colorate e con fiducia ci si prepara a un progressivo superamento del sistema del Green pass.
"È stato un lavoro complesso, grazie davvero a tutti e soprattutto agli italiani". Così il Commissario per l'emergenza Francesco Figliuolo saluta nell'ultimo giorno del suo incarico che termina con la fine dello stato d'emergenza. "Ringrazio il presidente del Consiglio Mario Draghi ed il ministro della Difesa Lorenzo Guerini per la fiducia che hanno riposto in me" aggiunge sottolineando che "al capo di Stato Maggiore della Difesa, ai capi di Stato Maggiore delle forze armate ed ai comandanti generali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza" va "la mia gratitudine più profonda, per aver messo a disposizione della struttura donne e uomini con le competenze necessarie a portare avanti i tanti e diversificati compiti, di cui la campagna vaccinale è stato l'aspetto certamente più importante ma non l'unico". Il ringraziamento del generale va anche al presidente della Corte dei Conti e all'Avvocato generale dello Stato "per il preziosissimo supporto fornito". "E' stato un lavoro complesso - ribadisce Figliuolo - condotto in virtù dello sforzo di tutto il personale impegnato nella Struttura a cui va la mia gratitudine più profonda, e condotto in piena armonia con i presidenti delle Regioni e Province, con i quali le interlocuzioni sono state incessanti". Infine, conclude, "un pensiero particolarmente riconoscente va alla Protezione Civile e al Ministero della Salute, con i rappresentanti dei quali abbiamo trovato da subito interlocutori irrinunciabili, all'interno di una sinergia di altissimo valore istituzionale". "Grazie davvero a tutti" conclude, "agli operatori sanitari, al mondo del volontariato e soprattutto agli Italiani, perché ho sempre sentito forte il loro sostegno all'azione della struttura commissariale"
"Domani sarà il primo giorno senza lo stato di emergenza, dopo oltre due anni in cui abbiamo affrontato eventi e situazioni che difficilmente avremmo potuto anche solo immaginare prima. Ora di fronte a noi si profila una graduale e progressiva eliminazione delle regole con cui abbiamo convissuto in questi mesi, dal sistema dei colori al green pass. A questo punto inizia la fase di vera e propria convivenza con il virus, che deve coincidere con la definitiva ripartenza di questo Paese". Lo ha detto il governatore ligure assessore alla Sanità Giovanni Toti. "Ora più che mai - aggiunge Toti - è indispensabile un forte senso di responsabilità e di comunità per tornare alla vita e alla normalità: è necessario lavorare a protezione dei soggetti più fragili e di chi potrebbe ancora subire conseguenze gravi in caso di contagio con un virus che ancora circola. Su questo fronte ritengo sia necessario ragionare sull'opportunità di un richiamo stagionale del vaccino anti Covid, per far sì che la convivenza con questo virus sia effettiva e reale". La fine dello stato di emergenza, ha aggiunto "non sarebbe stata possibile senza i vaccini e la straordinaria campagna messa in campo dalla Regioni e dalla struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo, che esattamente un anno fa visitò il nostro hub vaccinale allestito alla Fiera di Genova: da quel momento iniziò la vera campagna vaccinale di massa, con punte di oltre 16mila vaccini al giorno, gli open days e le diverse aperture notturne per accelerare il più possibile e mettere in sicurezza la popolazione".
"Non possiamo dimenticare - aggiunge Toti - che la pandemia ha comportato lutti e sofferenze, con oltre 5mila morti in Liguria, e un gigantesco sforzo per tutto il sistema sanitario regionale, che ha però dimostrato di saper affrontare questa sfida: innanzitutto con il grandioso sforzo legato al tracciamento. In Liguria sono stati effettuati a oggi oltre 5 milioni i tamponi, tra molecolari e antigenici rapidi, che hanno consentito il tracciamento degli oltre 383mila positivi registrati in Liguria, guariti e deceduti compresi. Oltre a questo, nessuno in Liguria è mai stato lasciato indietro, tutti coloro che ne avevano bisogno hanno ricevuto tutte le cure necessarie, e la nostra regione è stata all'avanguardia nelle cure contro il Covid, penso ad esempio agli anticorpi monoclonali e alla pillola anti Covid Molnupiravir. Inoltre il sistema ha dimostrato grande flessibilità e capacità di adattare i reparti alle esigenze: adesso - precisa Toti - abbiamo di fronte un'altra sfida, cioè recuperare e smaltire le liste di attesa e tutte le attività sanitarie che, a causa della pandemia, sono state ridotte o sospese. Per questo abbiamo realizzato e messo in campo il piano Restart sanità, che dopo il rallentamento a causa del riacutizzarsi della pandemia dell'autunno e dell'inverno scorso, adesso è pronto a correre e portare i propri effetti sul sistema: la riconversione dei reparti Covid, che stanno tornando alla loro normale attività, ci consentirà di raggiungere questo obiettivo fondamentale, per il quale lavoriamo con con tutte le nostre forze a disposizione e con importanti investimenti"
IL COMMENTO
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