GENOVA - QuGiornata chiave per il processo sul crollo del ponte Morandi con la decisione sui patteggiamenti e rinvii a giudizio (LEGGI QUI). "Noi siamo garantisti ma quando ci parlano di suggestione ci scatta la valvola, la suggestione non avrebbe fatto morire 43 persone - commenta il presidente del Comitato ricordo vittime ponte Morandi Egle Possetti -. Quando parlano di processo mediatico e imputati quasi definitivi dimenticano che ci sono elementi lineari". La difesa ha parlato anche di errori nella costruzione, con bolle d'aria nel cemento: "Se ho una gamba malata - prosegue Possetti - non è che non la guardo per quarant'anni. Cercano di confonderci sulla parte tecnica ma non c'è confusione".
Tutti i 59 imputati sono stati rinviati a giudizio ma "il gruppo Atlantia e gli azionisti dovrebbero essere nel procedimento perché sia Spea che Autostrade sono sotto il loro controllo e le politiche di queste società li favorivano - commenta Emmanuel Diaz, fratello di Henry, vittima del crollo -. I Benetton erano contenti della politica dove non si facevano lavori per aumentare il profitto". Poi conclude: "Ad Atlantia solo lo stato italiano ha portato più soldi di Castellucci". "In Italia la parte dell'azionariato non è mai portata in giudizio ma si dovevano fare delle domande, com'è possibile che i guadagni fossero così alti?" spiega ancora Egle Possetti, che sottolinea: "Chi ha firmato a suo tempo una concessione che permette di avere qualche escamotage come l'indennizzo in caso di colpa grave ha commesso un errore".
"Le decisioni prese sono arrivate per far felici gli azionisti, che però non sono a processo" commenta Nadia Possetti, che questa mattina è arrivata a Genova da Pinerolo in macchina con la sorella Egle e ha trovato una lunga coda in autostrada: "Abbiamo viaggiato due ore e quaranta, eravamo assolutamente fermi nella zona di Ovada per lavori, una coda di camion pazzesca. È incredibile come ti accorgi che ci sono cantieri che hanno un senso, altri dove vengono semplicemente alleggeriti i ponti".
Presente anche Paola Vicini, mamma di Mirko, che parla di una delle proposte di legge avanzate dai parenti delle vittime riguardo i permessi speciali da lavoro per assistere ai processi: "Essere qua fa ancora più male che non esserci ma la possibilità va data a tutti. Questi processi così importanti dovrebbero essere vissuti da tutti, anche con permessi non retribuiti, dobbiamo essere presenti".
IL COMMENTO
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