GENOVA - A sei mesi e un giorno dallo scoppio della guerra in Ucraina la vita del popolo sotto attacco dei russi non si ferma, va avanti, diversa.
A fotografare la situazione ai microfoni di Primocanale nella città di Odessa è Ugo Poletti, direttore dell'Odessa Journal. "Sei mesi di guerra sono sconcertanti, sembra quasi impossibile che sia passato tutto questo tempo e che non ci sia una prospettiva di pace all'orizzonte. Rimaniamo oggi in una situazione in cui i russi hanno dimostrato di essere ambiziosi, non si sono accontentati solo di alcune regioni perchè il loro è una intenzione di predominio, e non hanno intenzione di fermarsi finchè non porteranno a casa una città. Odessa sarebbe il loro sogno, ma fortunatamente è lontana e via mare e difesa".
"La vita si è adattata, e questa è una cosa strana - continua Poletti -. È vero che abbiamo allarmi anti aereo che suonano più volte al giorno: ci sono tante persone che quando lo sentono, il turismo è morto, gli hotel sono chiusi mentre i ristoranti stanno aperti ma solo per i residenti. Odessa è ora come Tel Aviv, attentati e razzi ma la vita continua. La gente ha ripreso ad uscire con gli amici, alcune aziende hanno riaperto e in molti sono tornati a lavorare".
Era il 24 febbraio 2022 quando Vladimir Putin ha ordinato l'attacco: le forze russe sono entrata in Ucraina da Nord, dal confine russo a Est e, a Sud, dalla Crimea annessa da Mosca nel 2014. Quella che doveva essere, nelle intenzioni del Cremlino, una "operazione militare speciale" di pochi giorni per rovesciare il governo di Volodymyr Zelensky a Kiev si è trasformata in una lunga guerra di posizione con decine di migliaia di vittime e la distruzione di intere città.
E ora cosa succederà? "Le previsioni sono molto difficili da fare - spiega Poletti -. Abbiamo trovato i piani di battaglia dei russi e anche loro avevano previsto di vincere in due settimane, invece ci troviamo in questa guerra che nessuno aveva messo in conto che fosse così lunga. La guerra potrebbe continuare anche tutto l'inverno o finire tra qualche mese, non lo possiamo sapere.
IL COMMENTO
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