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Telefonate in calo al 1522 ma non è un dato positivo
1 minuto e 52 secondi di lettura
di E.P. - Au. B.

GENOVA - "Una richiesta d'aiuto al giorno". Così ai microfoni di Primocanale Chiara Panero, coordinatrice della casa rifugio del Centro per non subire violenza. Un dato significativo che si affianca al numero di telefonate al numero 1522, che risulta leggermente in calo rispetto agli anni precedenti. 

Le telefonate al numero di pubblica utilità messo a disposizione dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per sostenere e aiutare le vittime di violenza di genere e stalking sono già 67 vittime di violenza. Il dato inferiore al primo trimestre 2021 (quando le telefonate erano state 92, collegate anche alla fine del periodo di convivenze forzate, 24 ore su 24, imposte dal Covid) e superiore alle 54 chiamate del primo trimestre 2020 e alle 49 richieste del primo trimestre 2019. Nel 2018, invece, le telefonate delle vittime erano state 71.

Un dato che però non è positivo come sembra. Le chiamate infatti, sembrano essersi spostate dal numero di pubblica utilità ai centralini dei centri antiviolenza, dove a maggio si registravano oltre 200 chiamate, solo nei primi mesi del 2022 (LEGGI QUI).

"Proprio come succedeva nel lockdown, anche quest'anno stiamo avendo una richiesta di aiuto al giorno - continua la coordinatrice -. Quello che preoccupa sempre è questo aumento della richiesta di attivazione di progetti di protezione. Oltre ad attivare i nostri servizi del centro, sempre di più viene richiesta la collocazione in protezione. Durante il covid avevamo aperto una seconda casa rifugio e ora la manteniamo".

I Centri antiviolenza accreditati in Liguria sono 12: a Imperia c’è Insieme senza violenza; a Savona Telefono donna e il Centro antiviolenza Artemisia Gentileschi, a Genova accanto al Mascherona ci sono il Centro per non subire violenza onlus, il Centro antiviolenza Martina Rossi, Casa Pandora con due sedi, una a Mignanego, il Centro Margherita Ferro, Telefono donna Centro antiviolenza Cif Aps, alla Spezia i punti di riferimento sono rappresentanti dal Centro antiviolenza Irene e dal Centro antiviolenza Mai più sola.

"Noi siamo collegati in rete con forze dell'ordine, ospedali e servizi sociali - conclude -. Il centro antiviolenza ha la capacità di sostenere la donna nelle fasi dell'uscita dalla violenza, ma anche nelle fasi precedenti. Voglio ricordare che noi siamo vicino alle donne, sono loro a scegliere anche solo nel telefonare e chiedere informazioni".

 

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