Attualità

Al Firpo Buonarroti la felicità di ragazzi e professori e la storia di due giovani ucraini
2 minuti e 43 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA -"Finalmente senza mascherine...".
La bellezza di vedersi in viso o l'emozione di rivedere la vicina di banco che ti fa battere il cuore.
 

Nelle parole degli studenti del Firpo Buonarroti, istituto tecnico turistico e geometri di via Canevari, a Marassi, c'è tutta la felicità liberatoria per un ritorno a scuola dopo due anni di pandemia finalmente senza mascherine e senza l'ossessione di distanze e tamponi.

La stessa liberazione dei professori, come spiega Antonio D'Elia, professore di Economia
che sta tenendo la prima lezione affascinando i ragazzi sulla bellezza del viaggio: "Ci sono ragazzi che non ho mai visto in viso e alcuni di loro non hanno visto me".

Le brutte notizie però non mancano come il calo demografico,
un dato nazionale, che disegna una Liguria sempre più anziana, e così, inevitabile, anche gli studenti sono in diminuzione, 166 mila, meno 1800 rispetto all'anno passato, come il numero delle classi, scese di 51, aumentano, invece ahimè, i ragazzi disabili con la 104 che hanno bisogno di sostegni.


Alessandro Clavarino,
provveditore scolastico di Genova e di Genova, dice che la colpa è anche della pandemia.

Il provveditore ha risposto anche alle istanze di genitori e docenti dell'istituto di Lagaccio
che hanno mesi scorsi hanno manifestato per chiedere più classi per l'elevato numero di disabili: "Abbiamo cercato di offrire quanto potevamo, ma la percentuale di disabili in quell'istituto è alta come nelle altre scuole, il problema è che è concentrata in una classe".


Ad accogliere gli studenti al Buonarroti
anche le istituzioni, come l'assessore alla Scuola della regione Ilaria Cavo: "Vedere sorridere i ragazzi senza mascherine è l'inizio più bello - spiega Cavo - e l'augurio migliore che possiamo fare a questi studenti è di sorridere in senso pieno per tutto l'anno e di metterci tutto l'impegno possibile senza sprecare un attimo di quello che vivranno in questa scuola, una scuola ritrovata, sono ragazzi positivi, belli e adesso apprezzano di più il ritorno a scuola".
I problemi della scuola? "Sono quelli degli organici e delle assegnazioni del personale, temi di cui non abbiamo competenza noi ma la dirigenza scolastica, ma il tema più importante a mio avviso sono gli insegnanti di sostegno, una problematica che bisogna analizzare e che noi stiamo cercando di seguire da vicino".

A dare il benvenuto agli studenti anche il dirigente scolastico regionale Antimo Ponticiello
: "Sono molto felice di incrociare gli sguardi e i sorrisi dei ragazzi, un ritorno in presenza per ricominciare alla grande. La scuola è in evoluzione, il calo demografico impatta su tutte le regioni, inevitabilmente ci sono meno classi, ma noi non tagliamo risorse ma formiamo delle classi che siano numericamente rispondenti a una normativa e che permetta di fare una didattica di qualità".

Alla presentazione ufficiale dell'anno scolastico dell'istituto di Marassi nell'aula magna,
come se la scuola fosse un piccolo paese con tanto di maresciallo capo dei carabinieri Minnella e presidente del Municipio Bassa Valbisagno Guidi, anche due biondissimi allievi, due ucraini, lei in Italia da quattro anni, che fa quattro lavori per mantenersi, lui scappato in Italia per la guerra. Quando la scuola accoglie e integra.

Una scuola accogliente anche per i tanti studenti stranieri iscritti,
nessuna invasione, per carità, ma sono gli unici dati appena in aumento, "del 10%", come aggiunge Clavarino, di fatto anche l'unica speranza per avere in futuro una regione un po' meno anziana.

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