TURCHIA - "Ero in dormiveglia e ho sentito un grosso boato, poi la terra ha iniziato a tremare. La scossa è durata più di 100 secondi, mai provata una cosa del genere". Così Luca Bombelli, genovese originario di Staglieno ora a Iskenderun dove collabora da tempo con la diocesi Turca.
Più di un minuto di terremoto, poi è uscito in giardino: "A quel punto ho visto che la chiesa era crollata". La cattedrale nella regione di Hatay, nella porzione di Turchia vicina al confine con la Siria, simbolo del dramma che la popolazione turca sta vivendo. Quasi 41 mila i morti al momento, tra salvataggi che ricordano miracoli e la conta delle vittime che sale di ora in ora.
Ora si lavora per aiutare chi è rimasto senza casa, andata distrutta dalla scossa di magnitudo 7.8, o per paura non ci vuole più tornare: "In questi giorni c'è bel tempo e riusciamo a fare. Stiamo liberando le strade, anche la zona costiera che era stata allagata ora è accessibile. Purtroppo manca ancora il gas e l'acqua: il governatore della regione ha detto che il gas non tornerà per molti mesi perchè tutte le tubazioni sono andate distrutte. Fortunatamente stanno arrivando degli aiuti e proprio grazie a questi abbiamo iniziato un lavoro di assistenza alle persone senza casa ma anche chi, e sono tanti, non si fida più di stare nelle proprie abitazione e quindi ha deciso di vivere in strada".
Nell'ala della grossa chiesa non andata distrutta Luca, insieme alla diocesi, accoglie chi ha bisogno. "C'è un po' la sindrome del terremoto, la gente sente delle scosse anche quando non ci sono. Ma è impossibile non pensarci: ad Antiochia la spaccatura nel terreno è di 200 metri di larghezza, ma anche qua vicino passeggiando in città ci sono crepe di due, tre metri. È un trauma psicologico".
L'Italia si stringe alla popolazione turca e siriana: nei primi sei giorni sul campo, le attività del team di soccorso italiano volati nel paese hanno permesso di salvare dalle macerie due ragazzi di 23 e 26 anni proprio ad Antochia e recuperare 16 corpi senza vita, tra i quali 7 bambini tra i 4 e i 9 anni.
Bombelli lancia poi un appello: "È un po' difficile e macchinoso riuscire a entrare nel paese ma se volete venire ad aiutare, dare una mano, venite. Possiamo anche ospitarvi".
IL COMMENTO
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