GENOVA - Nessun indennizzo per il rumore causato dalle autostrade, in molti punti ora senza barriere fonoassorbenti. Il Consiglio regionale della Liguria ha respinto una mozione che avrebbe impegnato la Giunta "a valutare la possibilità di attivare la procedura del Programma regionale di intervento strategico, detta anche Pris, per indennizzare le persone coinvolte dai disagi dovuti alla rimozione delle barriere antirumore autostradali ed eventualmente apportare le necessarie modifiche alla legge per renderla applicabile anche in questa situazione".
Sono stati 19 i voti contrari, il centrodestra e 10 i favorevoli, ovvero il centrosinistra e il Movimento Cinque Stelle. Il documento che avrebbe impegnato la Giunta Toti "a pretendere un cronoprogramma preciso e dettagliato relativo ai cantieri, alla loro apertura e chiusura rispetta alla reinstallazione dei pannelli rimossi" è stato presentato dal consigliere Sergio Rossetti (Pd-Articolo Uno).
Non si è fatta attendere la risposta della Giunta: "Lo strumento del Pris per indennizzare un qualcosa che dev'essere smontato è sbagliato, lo strumento per indennizzare qualcuno che patisce un danno da Aspi dev'essere una norma dello Stato - sottolinea l'assessore regionale alle Infrastrutture Giacomo Giampedrone -. Lo dico chiaro. Non si può estendere il Pris su tutto, il Pris è un tavolo concertativo, quindi non impone nulla ad Aspi, sono lo Stato e il Parlamento che devono votare una norma per obbligare Aspi a intervenire".
"Le barriere antirumore nella tratta autostradale genovese sono state rimosse nel 2019 provocando danni evidenti alla salute dei cittadini - denuncia Rossetti -. L'inizio dei lavori di ripristino in alcune tratte è previsto nel 2028, per dieci anni le persone sostanzialmente sono costrette a vivere in un'area di servizio".
IL COMMENTO
Situazione drammatica, presidente Meloni serve incontro urgente
La Liguria vuole tornare a correre, al via i cento giorni di Bucci