
Ritorno dello smart working, quarantene, difficoltà e tempi lunghi nei controlli del green pass. Per bar, locali e ristoranti il nuovo anno è iniziato senza troppo entusiasmo, anzi. Situazione figlia dei contagi Covid che dilagano nel Paese e delle nuove misure adottate dal Governo per limitare i contagi. Il Capodanno è andato via senza feste in piazza e senza i tradizionali guadagni dell'ultimo dell'anno.
"Gennaio è partito con grande difficoltà per tutti noi - spiega Marina Porotto, presidente giovani Fipe Confcommercio -. Ci sono meno persone in giro e per tutto il comparto del pubblico esercizio c'è sempre la necessità di controllo del green pass. Comprendiamo le misure adottate che incidono sul nostro lavoro ma senza è pur vero che saremmo costretti a chiudere".
Una delle situazioni che più penalizza bar e locali è quello che riguarda lo smart working fortemente promosso dal Governo in questa di pandemia. Con i lavoratori di nuovo a casa per limitare la circolazione delle varianti del virus niente più pausa caffè. E allora per i gestori vengono meno anche quegli ingressi economici. La mattina poi il tempo per il controllo del green pass rallenta chi vuole fare colazione al bar, controlli che adesso riguardano anche i dehors esterni.
"Con il calare del lavoro arriveremo a dover lasciare qualche dipendente a casa. E poi c'è la questione del caro bollette, sarà un grosso problema" spiega ancora Porotto.
E sì perché a gennaio il borsino segna un +55% per le bollette della luce. Un aggravio che ricade non solo sulle famiglie ma anche per tutti gli esercizi pubblici. Il governo del premier Draghi sta cercando una soluzione e pensa di mettere altre risorse rispetto ai circa 3,5 miliardi messi sul tavolo per affrontare l’emergenza bollette nel primo trimestre.
E allora dal settore arriva la richiesta d'aiuto diretta al Premier: "Ci vuole elasticità, la cassa integrazione, qualche aiuto perché quest'anno la vediamo in salita. La mazzata sarà su di noi e poi la clientela si chiederà del perché degli aumenti che saranno inevitabili" conclude Porotto.
IL COMMENTO
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