LIGURIA - Arriva la petizione dei liguri "NO all'ordinanza che impedisce il trekking!" contro il lockdown dei boschi previsto per almeno i prossimi sei mesi dall'ordinanza del Ministro della Salute per il dilagare della peste suina. Diversi i casi già registrati al confine tra Liguria e Piemonte, in particolare a Isola del Cantone, Ronco Scrivia e Voltaggio. Per questo motivo, sulla piattaforma Change.org è spuntata la richiesta di cambiare i termini di questo provvedimento, che però in passato è stato adottato anche negli altri paesi dove si sono registrate situazioni simili. E in poche ore si sono superate le mille firme.
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La lettera è indirizzata al ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli e al ministro della salute Roberto Speranza e l'autore Alessandro Valfré scrive: "È ragionevole supporre che la peste suina sia già ampliamente diffusa e che le carcasse note di animali contagiati non rappresentino che una piccola percentuale di quelli realmente infetti. La via primaria di contagio avviene direttamente da animale malato ad animale sano e l'eventualità della trasmissione indiretta a opera dell'uomo (per aver pestato escrementi o residui organici, per esempio) rappresenta una possibilità molto remota e statisticamente insignificante, data la catena di eventi che dovrebbe verificarsi. Perché un escursionista diventi veicolo di contagio egli dovrebbe: pestare un residuo organico di cinghiale - portarselo a casa - usare quelle scarpe altrove e conseguentemente lasciare residui - poi un cinghiale dovrà andare a grufolare proprio lì e ammalarsi. É chiaro come questa catena di eventi rappresenta un veicolo di contagio statisticamente irrilevante rispetto alla trasmissione da animale ad animale sicuramente in atto". La situazione, in realtà, è un po' più complicata ed è importante sottolineare che chi infrange le regole rischia 3 mesi di carcere e multe salate.
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Il ragionamento prosegue col sottolineare l'importanza delle attività all'aria aperta che portano anche notevole indotto in quell'area compresa tra Recco e Albissola e relativo entroterra, area che ad oggi è in 'zona rossa'. Intanto nelle prossime ore la grande operazione di monitoraggio alla ricerca dei cinghiali uccisi dalla peste suina africana fra il basso Piemonte e i 36 comuni di Genova e Savona. Saranno oltre settecento volontari che batteranno i boschi dei territori da Albisola Superiore a Sori, passando da Torriglia e Campo Ligure. A coordinare le ricerche saranno le guardie regionali, professionisti che conoscono bene il territorio e il comportamento degli animali selvatici: con loro tanti cacciatori, cinghialisti soprattutto, però rigorosamente senza fucili e senza cani. Ci saranno poi escursionisti del Club Alpino, appassionati di trekking e mountain bike. Molti opereranno con l'ausilio dei droni. Come anticipato ieri dai vertici della Sanità ligure, la grande speranza è che la peste suina non sia ancora estesa, come farebbero pensare le poche carcasse di cinghiali rinvenuti nella zona rossa, in linea con i numeri degli anni passati. In quel caso, potrebbe venire rivista l'ordinanza o almeno i suoi confini, come chiedono i firmatari della petizione.
IL COMMENTO
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