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Le indagini sono iniziati dopo il rinvenimento di una gabbia abusiva per cattura di cinghiali, installata nei boschi ai limiti della città, in piena zona infetta dalla Peste Suina Africana
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di Redazione

GENOVA - All’alba di venerdì scorso i Carabinieri Forestali della Provincia di Genova hanno eseguito perquisizioni in case, locali e veicoli di due genovesi indagati per furto aggravato di fauna selvatica (reato contestato in quanto non sono cacciatori) e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità in materia sanitaria.

Le indagini sono partite dal Nucleo Forestale (la nuova denominazione delle Stazioni Forestali) di Rivarolo, dopo il rinvenimento di una gabbia abusiva per cattura di cinghiali, installata nei boschi ai limiti della città, in piena zona infetta dalla Peste Suina Africana. Tale malattia colpisce i suidi, compresi i cinghiali.

Identificati in breve tempo i presunti responsabili dell’installazione e gestione della gabbia, la Procura di Genova ha disposto le perquisizioni, che hanno permesso di acquisire diversi riscontri della-presunta attività di bracconaggio. Tra le altre cose sono state sequestrate: due balestre, diverse decine di dardi per balestra con punte da caccia e circa 40 chili di carne di cinghiale congelata e già suddivisa in sacchetti: questa è stata affidata all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, di Genova, che provvederà ad analizzarla per la ricerca dell’eventuale presenza del virus della PSA.

La Psa è una malattia che non è trasmissibile all’uomo, ma è assai infettiva per tutti i suidi. Ha elevata mortalità e il patogeno rimane attivo e infettante nel terreno e negli animali guariti per molti mesi. È quindi vietato destinare al consumo le carni di cinghiale provenienti dalla zona infetta (cosiddetta Zona Rossa), in quanto queste o i loro scarti potrebbero essere un veicolo della malattia che potrebbe allargarsi a nuovi focolai e passare alla popolazione suinicola degli allevamenti, determinando l’obbligo di abbattimento di tutti gli animali allevati nelle nuove zone colpite, con un danno economico ingentissimo per tale comparto produttivo.