GENOVA - Il Soccorso alpino e speleologico Liguria è sempre più tecnologico grazie all'avvento di droni (e relativi piloti) per le ricerche di dispersi in ambiente impervio, dalle cime delle montagne alle forre, passando per le gole a pareti verticali e avvicinate, tra le quali scorre un corso d'acqua. L'obiettivo è quello di rendere sempre più performanti le operazioni in ambiente complicato.
Da questo inizio 2024 il corpo regionale può vantare anche questa novità, in soldoni una sorta di “corpo speciale” che si affianca ai tantissimi tecnici sparsi in tutta la regione, il gruppo specializzato nelle ricerche speleo e i cinofili. Sono due, in particolare, i tecnici liguri che hanno intrapreso un percorso di formazione continua. Ma alle loro spalle c’è un movimento di altri tecnici che stanno lavorando per essere un valido supporto e intraprendere il percorso di formazione.
Proprio per questo motivo nelle ultime settimane si sono tenuti incontri dedicati ai droni: "Sono tutte persone che hanno già una loro passione personale per il mondo dei droni, tutte dotate di patentino riconosciuto dall’Enac – spiega il presidente regionale del Soccorso alpino Liguria Roberto Canese -. Ora possono mettere questa loro esperienza a beneficio delle nostre attività sia con mezzi propri che con i due droni del servizio regionale, uno di questi due tra l’altro può volare anche di notte e ha una termocamera per la ricerca".
La formazione di tecnici specializzati nella ricerca con i droni è uno degli aspetti su cui punta molto il Soccorso alpino nazionale: "Effettuare una ricerca in ambiente impervio non è come far volare un drone per turismo – aggiunge Fabrizio Masella, componente della direzione nazionale del Soccorso alpino -. Per questo i due nuovi specializzati in questo settore hanno operato in ambienti impervi, ad esempio sulla Marmolada oppure in forra. Potranno essere molto utili. Sono stati istruiti anche per comprendere quando davvero una ricerca con drone può essere utile senza contare che hanno una preparazione specifica per la lettura dei dati e delle immagini anche dopo che il drone ha smesso di volare. Il drone nei casi specifici, essendo più piccolo e maneggevole, può essere anche più performante rispetto ad un elicottero. I due mezzi lavorano anche in sinergia: uno individua, l’altro recupera".
IL COMMENTO
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