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Il presidente del consiglio comunale di Genova Carmelo Cassibba: "Nostro dovere ricordare. Chi dimentica non solo perde il suo passato, ma perderà anche il suo futuro"
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di a.p.

GENOVA - Sono passati 80 anni dalla strage della Benedicta, avvenuta tra il 6 aprile e l'11 aprile 1944. Si trattò di un'esecuzione sommaria di settantacinque partigiani appartenenti alle formazioni garibaldine, compiuta da militari della Guardia Nazionale Repubblicana e reparti tedeschi in località Benedicta presso Capanne di Marcarolo, nel comune di Bosio, nell'Appennino ligure.  

"I martiri della Benedicta devono ricordarci il ruolo fondamentale che ha la memoria. È nostro dovere onorare coloro che hanno combattuto per noi e imparare dalle lezioni del passato per costruire un futuro migliore. Dal sacrificio di queste 154 vite sono germogliati i semi di democrazia, giustizia e pace: nostri beni primari. Non possiamo dimenticare: tutti coloro che possono e in primis le istituzioni hanno l’obbligo di tramandare il ricordo di quel tragico periodo della nostra storia, carico di dolore, di odio, di violenza, di sopraffazione e che ha visto il perpetrarsi di crimini contro l’umanità. Dobbiamo ricordare: perché chi dimentica non solo perde il suo passato, ma perderà anche il suo futuro". Lo ha detto il Presidente del Consiglio comunale di Genova Carmelo Cassibba nel corso della commemorazione per l’ottantesimo anniversario della strage della Benedicta a Capanne Marcarolo, frazione di Bosio in provincia di Alessandria. L’eccidio, avvenuto tra il 6 e l’11 aprile 1944 presso l’Abbazia della Benedicta, contò 154 vittime.

Alla cerimonia presenti anche il vicepresidente del consiglio regionale Armando Sanna, Valentina Cuppi (sindaco di Marzabotto), Laurea Repetto (consigliera con delega alle Pari opportunità di Città metropolitana), l’ex segretario della CGIL Sergio Cofferati, Giacomo Ronzitti (presidente ILSREC) e l’on. Luca Pastorino.