GENOVA - "Serve un piano straordinario" questo il grido che arriva dagli agricoltori della Liguria scesi in piazza a Genova per chiedere nuove misure per affrontare il 'problema cinghiali' che da anni distruggono i campi coltivati della Liguria. La manifestazione è stata organizzata da Coldiretti che ha portato sei trattori nella centrale piazza del centro di Genova.
“Siamo fuori controllo - commentano così Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, presidente di Coldiretti Liguria e delegato confederale -. Campi devastati, raccolti falcidiati, incidenti automobilistici, anche mortali, un costante assedio delle aree rurali e una sempre maggiore presenza anche nelle zone urbanizzate sono ormai all’ordine del giorno, e gli agricoltori non possono più stare inermi a guardare ciò che accade al lavoro di una vita”.
"Sono richieste legittime, è impensabile continuare a lavorare in un paese dove altri decidono a casa propria cosa bisogna fare - spiega il presidente ad interm e assessore all'Agricoltura di Regione Liguria Alessandro Piana -, chi ha un'attività agricola oggi è più ambientalista degli ambientalisti e più animalista degli animalisti. Continuare a subire dei danni per via di leggi nazionali che forzatamente obbligano i territori a non attuare le norme di buon senso, non ha senso. Già oggi come Regione Liguria abbiamo implementato le azioni che l'imprenditore può attuare a difesa del proprio fondo. Cercheremo di migliorare questi piani anche in base alle richieste arrivate. Stiamo cercando di implementare e rendere più umane anche i criteri di riconoscimento di danni ai fondi, è impensabile, e qui la colpa è nostra, che ci sia una lentezza nel riconoscimento ed elargizione di un contributo a seguito di un danno subito. Con la giunta parleremo per dare attuazione a un piano straordinario di abbattimenti. La novità di quest'anno è che si può procedere con l'autoconsumo degli animali abbattuti e questo incrementerà il numero di capi abbattuto rispetto all'anno scorso".
Secondo i numeri di Coldiretti la conta dei danni alle produzioni agricole, ogni anno, genera una perdita in termini reddituali di rilevanti proporzioni: "Si parla infatti di svariate risorse sottratte alle imprese che, soprattutto in determinati areali, mettono a rischio la continuità dell’attività produttiva. Durante la stagione 2022-2023 il contingente assegnato richiedeva di abbattere 30mila capi, di cui sono stati abbattuti solo 13mila capi. Una percentuale di obiettivo del 45% che non ha neanche lontanamente risolto la veloce riproduzione degli animali, che oggi costringono l’agricoltura dell’intera regione a pagare un dazio che non può più permettersi né intende continuare a pagare".
A questo si aggiunge poi il problema della peste suina africana. Genova è la provincia in Italia con il maggior numero di ritrovamenti di capi infetti, con ben 812 capi rilevati al 30 giugno 2024; stesso primato negativo spetta alla Liguria che con 975 capi infetti ritrovati sui 2.340 rilevati a livello nazionale, così come risulta dal Bollettino epidemiologico nazionale. “Se inizialmente la necessità è stata quella di mettere in campo le azioni per cercare di arginare il rischio di diffusione della malattia, allo stato attuale l’obiettivo da soddisfare deve necessariamente essere la sua eradicazione,” aggiungono Boeri e Rivarossa.
Tra le richieste rivolte alla politica ci sono: un processo di riforma degli istituti venatori che miri ad ampliare il numero di soggetti che possono effettuare l’attività di de-popolamento; interventi sulle operazioni di contenimento attraverso metodi ecologici (utilizzando strumenti di cattura previa autorizzazione regionale, la possibilità per gli imprenditori agricoli di auto-costruirsi le gabbie necessarie per effettuare le catture).
Sono in aumento anche gli incidenti stradali causati da fauna selvatica: nel 2023 l’Osservatorio ASAPS ha registrato, in Italia, 170 incidenti causati da animali selvatici. Negli incidenti gravi causati da animali a piede libero, la Liguria si posiziona al settimo posto regionale in Italia, con un bollettino di 14 sinistri in cui risultano persone ferite o decedute.
IL COMMENTO
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