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TORINO - Il primo semestre 2024 si chiude con indicatori economici in crescita per Iren, la multiutility dell'energia che opera a Genova (che dopo il licenziamento dell'ad Paolo Emilio Signorini dovuto alla maxi inchiesta che ha travolto Regione e porto aspetta la nomina di un nuovo rappresentante nel cda) Torino e Reggio, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso: +5% il margine operativo lordo (ebitda) pari a 636 milioni di euro e +2% l'utile netto pari a 145 milioni.

L'indebitamento finanziario è di 4 miliardi (+2%). I ricavi consolidati al 30 giugno si attestano a 2,69 miliardi di euro in diminuzione del 16,1%. I quasi 370 milioni di euro di investimenti - spiega Iren - consentono il raggiungimento di importanti traguardi industriali e di sostenibilità, come lo sviluppo delle reti e la riduzione delle perdite idriche, che si attestano a 30,4% (media nazionale superiore al 41%), l'espansione nell'economica circolare con il 72% di raccolta differenziata e il +19% di materia recuperata e la nuova capacità rinnovabile con oltre 70Mw.

"Una semestrale caratterizzata da indicatori economici tutti in crescita rispetto allo scorso anno. L'ebitda e l'utile netto dimostrano che la strada tracciata, e confermata nel recente piano industriale, è quella corretta e consente al gruppo una continua e solida crescita nel rispetto della sostenibilità finanziari" commenta Luca Dal Fabbro, presidente esecutivo di Iren. "Gli importanti risultati economici sono supportati anche da rilevanti traguardi in termini industriali, come l'avvio del nuovo impianto fotovoltaico di Tuscania da 39Mw e l'acquisto delle autorizzazioni per la costruzione del primo impianto italiano agrivoltaico avanzato da 49Mw a Rovigo, oltre al proseguimento delle attività finalizzate al closing di Egea. Supportati dai risultati ottenuti nel semestre, confermiamo le indicazioni sulla guidance 2024".

"In questo primo semestre abbiamo effettuato quasi 650 assunzioni in parte a copertura delle sostituzioni e in parte a supporto della crescita pianificata e finalizzate allo sviluppo aziendale, continuando ad essere un importante realtà lavorativa per i nostri territori" afferma Moris Ferretti, vicepresidente esecutivo di Iren. "Inoltre, il 71% degli investimenti sostenuti nel periodo - aggiunge - sono di natura sostenibile e consentono ad Iren di procedere rapidamente verso il raggiungimento dei target di piano industriale in materia di economia circolare, con il recupero di materia per oltre 560 tonnellate di rifiuti, di transizione energetica, con la nuova capacità rinnovabile, e di tutela della risorsa idrica, con il 71% delle reti idriche distrettualizzate".

I principali fattori di contrazione del fatturato sono riferibili - spiega Iren - ai ricavi energetici, influenzati per oltre 320 milioni di euro dalla riduzione dei prezzi delle commodities in corso di normalizzazione dopo la crisi energetica degli ultimi anni, e per circa 48 milioni dai minori consumi ed effetti climatici. Risultano in flessione anche i ricavi correlati alle attività di efficientamento energetico quali le riqualificazioni energetiche degli edifici, a causa del progressivo completamento dei lavori correlati al Superbonus 110% (-190 milioni circa). Infine, le variazioni di perimetro incidono sui ricavi per circa 42 milioni di euro e sono riferibili al consolidamento di Sienambiente (da gennaio 2024) e AcquaEnna (da giugno 2023).

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