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La proposta rappresenta un passo significativo verso il riconoscimento dei diritti delle vittime di incidenti legati a negligenze infrastrutturali. Per farlo, si va a creare una nuova categoria riconosciuta dallo Stato, le vittime dell'incuria
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di Aurora Bottino

ROMA - A sei anni dalla tragedia di ponte Morandi il disegno di legge ideato dai famigliari delle 43 persone uccise dal crollo il 14 agosto 2018 sembra sempre più vicino a diventare realtà.

La proposta rappresenta un passo significativo verso il riconoscimento dei diritti delle vittime di incidenti legati a negligenze infrastrutturali. Per farlo, tra le righe del disegno di legge si va a creare una nuova categoria riconosciuta dallo Stato, le vittime dell'incuria. Secondo la proposta, a loro e ai loro famigliari verrebbe innanzitutto fornita una somma di denaro nell'immediato della tragedia, per coprire eventuali necessità e priorità, un prestito non a fondo perduto ma utilizzato dalle famiglie che volessero affrontare il processo come parti civili. Ad oggi eventuali risarcimenti sono previsti solo dopo la fine dell'iter penale di ogni incidente.

Oltre al sostegno economico verrebbe anche nominato un tutor per l'assistenza nelle pratiche burocratiche dei famigliari, così come permessi lavorativi per permettergli di partecipare alle udienze penali.

Un disegno di legge che copre ogni complesso passo che i parenti delle 43 vittime del Morandi hanno dovuto affrontare in questi sei anni. Ora il procedimento proseguirà - ha fatto sapere il viceministro Edoardo Rixi, presente alla commemorazione a Genova per ricordare i morti di quel giorno - per rendere la proposta attiva entro la fine dell'anno.

"Il nostro disegno di legge, per dare dignità alle vittime come vittime dell'incuria, è al giro di boa - ha detto durante la cerimonia del sesto anniversario dal crollo Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi - , speriamo possa essere anche un nostro dono per il futuro, segno del lavoro fatto e dell’impegno portato avanti in questi anni".

"Auspichiamo che la futura legge non debba mai più essere utilizzata, segno che la tragedia del Ponte Morandi avrà segnato una svolta. Abbiamo visto un grande impegno negli ultimi mesi per il raggiungimento di questo risultato e per questo siamo grati, auspichiamo che finalmente tutti i tasselli stiano andando al loro posto".

Al lavoro per rendere il disegno di legge realtà diversi parlamentari liguri come Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati e il senatore del Partito Democratico Lorenzo Basso.

Proprio la deputata Cavo, durante la commemorazione nella Radura della memoria, ha voluto ricordare l'importanza della legge e della sua pubblicazione sulla Gazzetta: "La legge, che potrà prendere la strada più snella del decreto o quella più lunga del disegno di legge parlamentare sposa un principio importante - spiega Cavo -, riassume anche la mia proposta e il lavoro di tutti: i parenti delle vittime hanno necessità di un sostegno economico, di una elargizione speciale da parte dello stato, nell'immediatezza, per affrontare le spese e spesso il mancato sostentamento che deriva dalla perdita del capofamiglia. Non possono aspettare i risarcimento di fine processo".

"Aver seguito la vicenda ha significato toccare con mano le difficoltà delle scelte, anche economiche, le necessità di supporto legale, psicologico, dei permessi di lavoro, di supporto di ogni tipo - continua Cavo -. Significa aver capito che sono importanti le borse di studio per i figli delle vittime, il sostegno al lavoro, la cittadinanza italiana per i parenti delle vittime straniere se residenti in Italia al momento del decesso. Un fondo da 7milioni per il primo anno, con finanziamenti previsti per gli anni successivi è un segnale importante nei confronti delle vittime dell'incuria".

Basso ha ringraziato il comitato dei parenti delle vittime: "Ha svolto e svolge tutti i giorni un ruolo prezioso di coscienza civile, di dignità, memoria e lotta, verso il quale possiamo solo esprimere gratitudine e ammirazione".

"Il 14 agosto 2018 rappresenta uno spartiacque incancellabile nella storia recente di Genova e del Paese - ha continuato -, una pagina nera per tutti e qualcosa di dolorosamente inimmaginabile per chi ha perduto qualcuno a cui voleva bene. La ricostruzione del ponte ha ricucito la viabilità ma non può lenire il dolore di chi ha perso una persona cara, non può restituire quelle 43 vite spezzate, vittime di un drammatico intreccio di incuria, colpevoli omissioni e allarmi ignorati".

"Si è trattato di una tragedia che poteva e doveva essere evitata e proprio per questo confido nel lavoro della Magistratura per accertare pienamente ogni responsabilità su quanto accaduto. A tutti noi il compito di coltivare il bisogno di giustizia, verità e memoria" ha detto il senatore Basso.