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L’istruzione prova a ripartire dopo due anni di Covid. Monica Capra (Cisl scuola Liguria): "Serve un direttore scolastico regionale stabile. Poi la stabilizzazione dei precari. Pnrr occasione per avere presidi medici a contatto con gli studenti"
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di Andrea Popolano

GENOVA - "La prima necessità è avere un direttore scolastico regionale con sede stabile. Il secondo è avere una stabilizzazione di tutti i precari in modo che venga riconosciuto il lavoro fatto in questi due anni di pandemia". Monica Capra della segretaria generale Cisl Scuola Liguria lancia l'appello e sottolinea le urgenze della scuola in Liguria.

La ripartenza dopo i due anni di stravolgimenti causati dal Covid è ormai certa. Dal 31 marzo stop allo stato di emergenza e via le mascherina Ffp2 in classe. La questione quarantena è alle spalle, sono i numeri a certificarlo. A fine gennaio tra scuole dell'infanzia, primarie, medie, secondarie e percorsi di formazione tra alunni e personale scolastico in tutta la Liguria c'erano 1700 unità bloccate. Tre settimane dopo sono scese a 46. Dati che certificano il percorso di fine emergenza. Ora la scuola guarda al futuro.

"Per quanto riguardo la questione del dirigente scolastico, il dottor Acerra è stato trasferito in Campania ora c'è un vice direttore facente funzione ma ha dei limiti di operatività. C'è un bando in corso per il ruolo ma ancora non è stato assegnato, serve una soluzione per poter mettere a regime la macchina" spiega ancora Capra.

Un doppio sguardo al prossimo futuro. Da una parte uno scenario che registra una riduzione delle nascite nel Paese e di conseguenza una riduzione degli alunni negli anni avvenire. Dall'altra un piano nazionale di rilancio che mira a far ripartire il Paese, settore scolastico compreso. "Se si pensa di ridurre ancora il personale si commette un grande errore - spiega ancora la segretaria regionale della Cisl Scuola -. E' invece il momento di investire e invertire la politica scolastica, è l'occasione per dare condizioni di lavoro corrette ai profili professionali che lavorano nella scuola. Usciamo da una situazione che ha provato tutti, il pubblico tutto sommato ha avuto delle garanzie mentre il settore privato ha dovuto fare i conti con le conseguenze del Covid e molti hanno dovuto fare ricorso alla cassa integrazione, Naspi e altri paracaduti".

L'occasione per ripartire e mettere nuove basi alla scuola di oggi è rappresentata dal Pnrr (Piano nazionale di ripartenza e resilienza). Il Covid con la dad ha stravolto le abitudini di docenti e studenti ma anche obbligato a una rivoluzione tecnologica gli istituti. Se da una parte le lezioni in presenza sembrano essere fattore imprescindibile per una corretta e ampia formazione dall'altra gli strumenti messi in campo in questi due anni hanno permesso di non interrompere, seppur tra diversi ostacoli, il percorso.

Il Pnrr prevede per l'istruzione un investimento complessivo pari a 17,59 miliardi a livello nazionale. Il piano prevede un investimento di 34 milioni a favore degli istituti tecnici e professionali, ITS, orientamento, reclutamento docenti, riorganizzazione del sistema scolastico e scuola di alta formazione per docenti e personale. Altri investimenti previsti prevedono la costruzione di nuove scuole, asili nido e scuole di infanzia, mense e strutture per lo sport, messa in sicurezza e le scuole 4.0. Mentre tra gli obiettivi ci sono la riduzione dei divari, l'implemento della didattica digitale, la formazione di nuove competenze e l'estensione del tempo pieno.


"Contiamo molto su questi fondi, pensiamo a tutti gli investimenti che si possono fare per quanto riguarda l'edilizia scolastica, l'integrazione e l'orientamento - precisa ancora Capra che ha un sogno nel cassetto -. La presenza di presidi medici negli istituti a contatto sarebbe un qualcosa di utile e importantissimo. Ci sono tanti alunni che presentano patologie diverse. Le famiglie e le scuole fanno quello che possono ma avere a disposizione del personale esperto e formato sarebbe una garanzia per gli studenti e per le loro famiglie" conclude.

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