E' un robot ma ha tutte le sembianze di uno zaino ed è stato già portato dai ricercatori genovesi ad analizzare profondità e non solo di due laghi alpini molto diversi tra loro, uno in Valle d'Aosta e uno in Valtellina. Questo strumento è in realtà un complicato apparecchio robotico in grado di andare sott'acqua progettato e costruito da un team coordinato dall’Istituto di ingegneria del mare del Consiglio nazionale delle ricerche di Genova. E' solo l'inizio di un progetto in cui Genova è città precursore per usare la robotica marina in questo campo. Prima di oggi le analisi venivano fatte solo sorvolando dall'alto o con macchinari ben più ingombranti. Oggi i ricercatori hanno concluso con successo le attività preliminari di campionamento, pronti a nuove missioni.
Ghiacciai alpini monitorati con la robotica
I campionamenti che sono stati compiuti dalla squadra di ricercatori partiti da Genova sono batimetrico, bio-fisico e chimico e hanno riguardato due laghi alpini: il lago situato nei pressi del Ghiacciaio di Indren (massiccio del Monte Rosa, Valle D’Aosta) e il lago proglaciale nei pressi del Ghiacciaio di Fellaria (Valtellina, provincia di Sondrio). I due siti pilota sono stati individuati all’interno del progetto PRIN “Modular Alpine Robotic MOnitoring Tools” (MARMOT), in cui compaiono anche il Cnr di Firenze, di Messina, l'università di Torino, di Udine, della Tuscia. Obiettivo della campagna, spiegano i ricercatori, è "testare una prima versione di un innovativo dispositivo robotico per l’acquisizione e la caratterizzazione di vari parametri chimico-fisici e biologici dei laghi di montagna e, in generale, di ambienti remoti, garantendo un impatto minimo sull'ecosistema circostante".
Il robot nato a Genova
In particolare, il gruppo coordinato dal ricercatore del Cnr-Inm Angelo Odetti, intervistato da Primocanale, ha sviluppato e testato la prima versione di un robot facilmente trasportabile su sentieri di montagna semplicemente con uno zaino, minimizzando così l’impatto delle ricerche scientifiche in questi ambienti. Il prototipo sviluppato ha consentito di ottenere i primi parametri per la mappatura batimetrica dei laghi, l'analisi delle acque superficiali e dell'aria, e lo studio di elementi in traccia e della microbiologia. I dati raccolti hanno rivelato una profondità massima sorprendente di circa 45 metri lungo i transetti eseguiti nel lago del Ghiacciaio di Fellaria.
Spazio anche alla citizen science
“I risultati ottenuti ci consentiranno, ora, di definire meglio i limiti operativi del sistema robotico, che verrà impiegato a partire dall'estate 2025 per lo studio sistematico dei laghi alpini. L'obiettivo è ottenere una comprensione più approfondita di questi ecosistemi quasi inesplorati al di sotto della superficie”, spiega il ricercatore Angelo Odetti. L'iniziativa punta anche a coinvolgere la comunità attraverso progetti di Citizen Science, rendendo i dati raccolti pubblici e accessibili su piattaforme online che permetteranno il monitoraggio remoto in tempo reale di diversi parametri.
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