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di Giovanni Porcella

Ad oggi il Genoa con i suoi 26mila e passa abbonati è al quinto posto come tifoseria in Italia. Una spinta a dir poco unica nel panorama nazionale all’indomani non di un trofeo vinto, ma di un ritorno in A bellissimo, ma che è il minimo sindacale per questa piazza. La società americana però è praticamente in linea con il popolo genoano visto che fin qui gli investimenti fatti per migliorare la squadra la collocano nella parte sinistra della graduatoria della massima categoria.

Da Retegui a Messias, da Dragusin a Martinez, da De Winter a Thorsby fino a Martin e Leali il Grifone, come voleva giustamente mister Gilardino che per primo ha parlato chiaro, può difendere quella serie A che è la trincea rossoblu che mai deve arretrare.

Con il match ufficiale di Coppa col Modena si apre la stagione che in fondo è la continuità di quell’apoteosi vissuta il 6 maggio scorso, giorno del ritorno in alto, dove spetta al Genoa per storia, blasone e passione. L’estate scorre circondata da un entusiasmo contagioso e assolutamente positivo, ma è bene ricordare che l’obiettivo è la salvezza. Quindi, orgogliosamente umili, cioè piedi per terra e pochi svolazzi che potrebbero diventare pericolosi boomerang, ma anche nuovo carburante per volare. Si misura ora la maturità di un club che compie 130 anni e ne ha visti di tutti i colori.

Le conferme dei giocatori migliori, fa eccezione la vendita del baby Lipani, ma ci sta considerato quello che è arrivato e che forse ancora arriverà, ha segnalato la totale discontinuità col passato. Il colpo Retegui è, indipendentemente dai gol che farà il bomber, un segnale che come ha detto il presidente Zangrillo ha fatto intendere che “Il Grifo è tornato”. Il resto lodevolmente lo ha sottolineato un “senatore” come Strootman: “Ora tocca a noi”, e se sarà così allore i rossoblu potranno divertirsi.