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Il colossale caso giudiziario che ha travolto la Liguria rischia di avere pesanti ripercussioni in un momento cruciale per il futuro infrastrutturale della nostra regione: per farla breve, opere come la diga foranea, lo scolmatore del Bisagno, il tunnel subportuale, le opere ferroviarie e stradali interne al porto rischiano di bloccarsi.

Il problema è duplice: da un lato la mancanza di una guida sicura è di per sé una questione non secondaria. A questa situazione potrebbe provare, in un mare di difficoltà, a far fronte la maggioranza di centrodestra, investendo realmente il presidente facente funzioni Piana di tutti i poteri e sostenendolo in ogni modo. Dall'altro, però, c'è l'azione della magistratura che appare di portata così vasta che potrebbe, ed è nel suo diritto, mettere le mani su ogni singola carta passata di mano per comprendere se da qualche parte siano stati commessi illeciti. Con conseguente paralisi dei diversi iter.

Si tratta di un tema molto complesso anche perché se è vero che la diga, per esempio, non è finanziata con il Pnrr ma con il Pnc e sarebbe dunque teoricamente più semplice ottenere una proroga dei sui tempi di costruzione, è altrettanto vero che un impasse totale delle opere genovesi potrebbe essere fatale alla speranza di vederle completate.

Vi è poi un problema nel problema: a Toti è stata conferita la guida di tre strutture commissariali, quella che attiene alla realizzazione dello scolmatore del Bisagno, quella del rigassificatore di Vado Ligure e quella del trasferimento a Erzelli della scuola Politecnica. Su questi tre casi è ora necessario stabilire quali di queste attribuzioni siano andate a Giovanni Toti nella sua qualità di presidente di Regione (se così fosse passerebbero in automatico al presidente facente funzioni Piana) o se siano state attribuite ad personam: in questa seconda fattispecie la decisione sull'affidamento di questo incarico tornerebbe al ministero che l'ha conferito. Un guazzabuglio che andrà risolto in fretta e i tempi romani non lasciano del tutto tranquilli.

Tra le ipotesi che non possono essere escluse per dare nuova linfa all'azione dell'ente di piazza De Ferrari, c'è quella di accelerare i tempi della transizione a una nuova maggioranza politica, attraverso la caduta dell'attuale Giunta e l'indizione di una nuova consultazione elettorale. Ma anche in questo caso i tempi non sarebbero particolarmente brevi. La Giunta può cadere in due modi: o il presidente Toti rassegna le dimissioni e in questo caso, secondo il principio del 'simul stabunt, simul cadent', l'intero consiglio sarebbe sciolto; oppure potrebbe esserci una forzatura politica contro il volere del presidente, con le dimissioni o un voto di sfiducia della maggioranza dei consiglieri regionali. Questa seconda ipotesi è però molto improbabile, le coalizioni normalmente si accordano per evitare pericolosi 'showdown' pubblici. In ogni caso se la Giunta cadesse le elezioni non sarebbero immediate: tra lo scioglimento del Consiglio e la tornata elettorale dovrebbero passare almeno 60 giorni, c'è poi la sospensione estiva, difficile quindi che una consultazione possa aversi, in ogni caso, prima del mese di settembre. 

La sensazione è che il boccino sia nelle mani della premier Giorgia Meloni. In Liguria la pattuglia dei suoi consiglieri, usciti dalle elezioni del 2020, è piuttosto esigua: in origine erano tre, Balleari, Russo e Manucci, poi il decesso di quest'ultimo ha portato in consiglio Barbara Ratti, eletta nelle file di Fratelli d'Italia ma nel frattempo passata nei ranghi della Lista Toti. I numeri della Meloni non sarebbero quindi sufficienti a far cadere la Giunta ma la sua forza, dopo le elezioni nazionali del 2022 che l'hanno portata al Governo, è molto accresciuta ed è inevitabile che il suo parere sarà decisivo.

Al momento, comunque, nessuna decisione è stata presa: al contrario, ieri i rappresentanti dei partiti di maggioranza (Bagnasco, Cavo, Rixi e Rosso) hanno tributato la loro fiducia al presidente Piana e hanno ribadito l'esigenza di continuare a lavorare all'amministrazione della Regione. Almeno per ora.