Perché abbiamo scelto la tremenda storia del rapimento di Piero Costa per ricordare, nella trasmissione con Franco Manzitti, gli “anni di piombo”, cioè i dieci anni di incubo, morti e feriti che tormentarono l’Italia e Genova in modo particolare? Perché il sequestro dell’allora giovane armatore genovese fu, come ha drammaticamente ricordato nella prima puntata di “Ti ricordi?” il cugino Enrico Costa, il sequestro “di una intera famiglia” che anche nella preghiera comune, partecipata, privatissima, trovò la forza di sopportare e reagire.
Dunque Piero fu rapito da un commando Br in Spianata Castelletto poco dopo le 19.30 di un giorno di gennaio del 1977. Fu tenuto prigioniero in una casa in collina sopra Oregina, in via Pomposa, chiuso dentro una tenda dove addirittura non riusciva a distendersi. Carcerieri i terroristi della colonna genovese, una delle più determinate e feroci nel panorama brigatista, che con quell’azione clamorosa avevano soprattutto da realizzare un obbiettivo: raccogliere soldi, tanti soldi, un riscatto di un miliardo e mezzo che servì addirittura a pagare l’appartamento di via Montalcini a Roma dove nel 1978 verrà tenuto prigioniero il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, prima di essere ucciso. Fu una delle prime azioni di “autofinanziamento” delle Brigate rosse.
ll fatto venne così commentato dal capo brigatista, Mario Moretti. “Rivendichiamo il sequestro subito dopo il rilascio. Facciamo non solo un volantino, ma un opuscoletto, tanto ci preme spiegare il significato di questa pratica... Il denaro ottenuto attraverso il sequestro Costa sarà diviso fra le varie colonne, investito nell'acquisto di case e armi e consentirà di sostenere i costi legati all'organizzazione di azioni armate... Il miliardo e mezzo di Costa ci bastò per quattro anni, praticamente fino al mio arresto, nell'81”.
Il segno che il terrorismo genovese, con alcune sanguinarie specificità, incise profondamente nella stagione che condizionò il nostro Paese per oltre dieci anni: il primo magistrato rapito, Mario Sossi, il primo assassinato, Francesco Coco, i rapporti ancora in parte da chiarire con i sequestratori e assassini di Moro (l’ultima commissione Moro ha accertato che Riccardo Dura, il capo, e la colonna genovese svolsero un ruolo importante negli ultimi giorni della prigionia del leader democristiano), fino all’uccisione di un sindacalista comunista come Guido Rossa e al conseguente blitz del generale Dalla Chiesa in via Fracchia.
In questa seconda parte di “Ti ricordi?” ascolteremo ancora la testimonianza di Enrico Costa sulla liberazione di Piero, avvenuta il 3 aprile, una domenica, in via Bersezio sopra la Valpolcevera e quella della giornalista Erika Dellacasa che nella sua biografia della grande famiglia di imprenditori si è molto occupata di quei quattro allucinanti mesi del 1977. Poi la nostra trasmissione sulla memoria si occuperà di un altro caso clamoroso: il rapimento e l’omicidio della giovanissima Milena Sutter nel 1971.
Un altro fatto che segnò profondamente Genova, impossibile da dimenticare.
Le puntate tra l’altro, verranno trasmesse martedì alle 20.35, giovedì alle 20.45, venerdì a mezzanotte, sabato alle 20.15 e domenica alle 12.30 e 19.40 e sono visibili on demand sul sito di Primocanale.
IL COMMENTO
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