C’è un errore che il nuovo presidente della Regione Liguria Marco Bucci non deve commettere: fare il sindaco bis di Genova. E’ esattamente il ruolo istituzionale dal quale proviene e, finora, ha compiuto molti riferimenti al suo trascorso a Palazzo Tursi. Di più. Negli istanti immediatamente successivi alla vittoria delle regionali, Bucci se n’è uscito con una affermazione solenne: “Sarò il sindaco dei liguri”.
L’ascolto prima delle decisioni
Aveva ed ha, quella frase, un’accezione positiva. Sta ad indicare che il nuovo governatore si dispone soprattutto all’ascolto: sentire le popolazioni e poi decidere. E il decisionismo di sicuro non gli fa difetto. Tutto bene. Però nei giorni scorsi Bucci si è soffermato soprattutto sulle tematiche genovesi, che sono importanti, importantissime. Ma non meritevoli di una attenzione superiore al resto. Per carità, il nuovo governatore dimostra la propria volontà di ecumenismo regionale anche con il vertice a Spezia, tanto per dire. Tuttavia non deve cadere in tentazione. E neppure basta qualche comparsata di persona per risolvere la questione.
Toti un esempio, pur nella discontinuità
L’esempio può venirgli dal suo predecessore, Giovanni Toti. In una intervista rilasciata al direttore Decimonono, Michele Brambilla, colpisce che, ricordando alcune cose importanti realizzate, faccia riferimenti fuori da Genova. Il capoluogo certo che entra nelle sue riflessioni, però sono a più ampio spettro. Riconosce l’amore che la città ha saputo e sa tuttora suscitare in lui, tuttavia mostra soprattutto la capacità di abbracciare l’intera Liguria. Ecco, è questo che il nuovo governatore deve fare. Sia chiaro, nessuno vuole che sia una copia di Toti. Bucci ha la personalità e l’acume per essere qualcosa di diverso, di molto diverso. Sono certo che avrà una marcata discontinuità su alcune visioni del suo predecessore. Rispetto al quale, però, corre proprio il pericolo che ho paventato: fare il sindaco bis del capoluogo.
Una città-regione, ma non soltanto
Che la Regione sia Genovacentrica non è una scoperta di oggi. Anzi, arrivo ad affermare che sia pure giusto. C’è modo e modo, però. E il rischio prescinde da come andranno le elezioni comunali della primavera prossima. Se a vincere sarà il centrosinistra, come dicono i pronostici e il risultato conseguito a Genova nelle scorse regionali, Bucci potrebbe avere la motivazione di “far vedere al sindaco della parte avversa come si guida Tursi”. E sbaglierebbe. Allo stesso modo, sarebbe un errore “coadiuvare” l’eventuale primo cittadino genovese targato centrodestra. Costui dovrà fare bene o fare male di suo. Punto.
Anche perché il lavoro dal quale è atteso Marco Bucci non è propriamente di riposo. A partire dalla sanità. Ha avuto modo di definirla “una ossessione” e non ci è andato per niente lontano. Sia che si parli delle attese infinite per una visita sia che ci si riferisca all’efficienza dei luoghi deputati a occuparsi della nostra salute. Più il resto. Compresi alcuni temi genovesi, certamente.
Andrà sempre ricordato, tuttavia, che oggi il capoluogo ha un vicesindaco vicario di nome Pietro Picciocchi e che dalla prossima primavera ci sarà un nuovo sindaco. Regione Liguria e Genova devono e dovranno collaborare, al di là dei colori politici. È auspicabile. Ma ognuna dovrà avere la consapevolezza che sono due istituzioni, diverse e autonome.
Iscriviti al canale di Primocanale su WhatsApp e al canale di Primocanale su Facebook e resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria
IL COMMENTO
Per la sanità nel 2025 servono decisioni impopolari
Al 2025 chiediamo: qualche panchina in più, una macchinetta del caffè e cercare la bellezza