GENOVA - Potrebbe non essere stata ammazzata dal marito ma da una complicanza della cirrosi epatica Cristina Diac, la romena di 48 anni trovata morta sabato dai medici del 118 nella sua casa di via Orgiero a Sampierdarena.
L'ipotesi della morte naturale trapela dai primi riscontri emersi dall'autopsia svolta oggi pomeriggio sul corpo della deceduta e alleggerisce in modo importante la posizione del compagno della vittima, Adrian Dac, 53 anni, che si è sempre proclamato innocente, in galera per maltrattamenti e indagato a piede libero anche per omicidio volontario di Cristina.
L'autopsia sulla donna disposta dal pm Gabriella Marino è stata svolta dalle 15 alle 17 dai medici legali Marco Ventura e Davide Bedocchi, che aveva svolto il sopralluogo nell'abitazione di via Orgiero subito dopo la tragedia. All'esame autoptico ha preso parte in qualità di consulente anche l'esperto medico legale di parte Marco Salvi, nominato dall'avvocato Antonella Carpi che difende Adrian Daic.
La posizione di Daic alla vigilia dell'interrogatorio di garanzia che stabilirà se l'uomo rimarrà in galera o no, con i primi esiti dell'autopsia diventa meno pesante.
La morte della moglie potrebbe essere stata provocata dalla rottura di una varice, un vaso sanguigno nell'esofago, una complicanza non rara nei soggetti con cirrosi epatiche gravi come quella di cui era affetta Cristina.
Il marito potrebbe comunque dover rispondere del reato di maltrattamenti alla moglie, ragione per cui è stato fermato, come risulta da una precedente denuncia per cui l'uomo è stato rinviato a giudizio e dalla testimonianza della proprietaria dell'immobile.
Non solo: l'uomo dovrà spiegare perché non ha chiesto l'intervento di un medico o del 118 viste le gravi condizioni di Cristina che, a detta della proprietaria di casa e coinquilina della coppia, da giorni era molto sofferente e sputava sangue.
IL COMMENTO
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