Arrestato nelle prime ore del mattino con l'accusa di usura e estorsione Monachella Emanuele, alias Orazio, pregiudicato già condannato per traffico di droga con aggravante mafiosa e associazione di tipo mafiosa in quanto ritenuto dagli agenti esponente di spicco del clan "Fiancdaca-Emmanuello, un clan interno a 'Cosa Nostra' e attivo nella provincia di Genova.
Due le perquisizioni, sia personali che domiciliari, dei carabinieri: una a carico di Monachella, l'altra a carico di un altro indagato di 72 anni, anche lui denunciato per usura e estorsione. Gli indizi sulla colpevolezza di 'Orazio', residente a Genova, sarebbero stati per dei reati commessi dal 2018 al 2021, a scapito di due imprenditori dell'alessandrino che si erano rivolti a lui a causa delle difficoltà economiche che loro due attività di compravendita auto e moto stavano attraversando in quel periodo, anche a causa della pandemia.
Le indagini sono partite alla fine del 2020 dopo la denuncia di una delle vittime che però, avendo capito lo spessore criminale di Monachella, ne aveva omesso i particolari, limitandosi ad accusare un altro uomo, il 72enne, autore dei prestiti. L'uomo era percepito come meno pericoloso ma l'imprenditori gli doveva una cifra ben più alta: da un prestito di poche migliaia di euro il debito era arrivato a circa 50 mila euro a causa degli interessi.
Dalle indagini si è capito che l’imprenditore si rivolgeva anche Emanuele Monachella, che avrebbe effettuato, a partire dal maggio 2018, vari prestiti per importi tra i 1.000 e i 4.000 euro, richiedendo e ottenendo la restituzione di queste somme alla scadenza decisa con ulteriori somme pari ad almeno il 20-25% a titolo di interessi mensili, corrispondenti su base annua a tassi di interesse compresi tra il 200% e il 300%.
Durante le indagini, svolte attraverso attività tecnica e servizi di pedinamento e osservazione, sono stati documentati svariati incontri tra il principale indagato e la parte offesa, finalizzati alla consegna di ingenti somme di denaro. Il tratto costantemente rilevato dagli operanti è stato l’atteggiamento deferente e impaurito che la vittima manteneva in ogni interlocuzione con il suo strozzino che temeva per la nota caratura criminale. Al Monachella sono state contestate condotte estorsive in pregiudizio dello stesso imprenditore in quanto, per ottenere le somme richieste, minacciava pesantemente la vittima.
L’attività investigativa ha permesso di individuare un altro imprenditore dell’alessandrino, anche lui vittima di usura da parte di Monachella che, dopo avergli concesso un prestito dell’importo di euro 2.000, gli richiedeva la restituzione della predetta somma entro un mese con ulteriori euro 500,00 a titolo di interessi (per un totale di euro 2.500) ed ottenendo effettivamente la consegna tre settimane più tardi dei soldi.
IL COMMENTO
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