
Oggi in aula l'ex presidente del comitato dei rischi di Atlantia, Giuliano Mari, dopo il crollo anche presidente di Autostrade per l'Italia, ha rischiato di passare da teste a imputato per i suoi imbarazzanti non ricordo o buchi nella ricostruzione dei fatti. Silenzi che solo dopo l'avvertimento del giudice Lepri a dire tutta la verità si sono sgretolati ammettendo di avere appreso del degrado del viadotto Polcevera nelle riunione del 2010 e pure nel 2013, quando gli fu inviato il primo catalogo dei rischi, ma di averla focalizzato nel 2019, dopo la tragedia nelle vesti di presidente di Aspi.
Un preoccupante e sospetto vuoto di memoria per un super dirigente di una holding come Atlantia, un buco nero che ha ribadito in aula nonostante a lui dal 2013 in poi venissero mostrati ogni anno i cataloghi dei rischi che avvertivano di un rischio crollo del Morandi per mancata manutenzione.
Nell'udienza spazio anche alla genesi del progetto di retrofitting delle pile 10 e 9 che avrebbe potuto evitare il crollo ma risultato inutile perché programmato per il 2018, l'anno della tragedia, a ben 26 anni dal rifacimento della pila gemella numero 11.
Barbara Iuliano, ingegnere di Spea, ora per Tecne, ha svelato che i due dirigenti di Spea per il retrofitting, Giacobbi e De Angelis, entrambi imputati, nel 2017 inviarono il progetto al Ministero delle Infrastrutture "dimenticando" di allegare le immagini che denotavano il grave degrado delle pile. Una dimenticanza sospetta, come a nascondere il reale ammaloramento delle due pile.
IL COMMENTO
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