Cronaca

Lo ha detto questa mattina davanti alla Corte d'Assise Andrea Bauch, un'amica della vittima,
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di Alessandra Boero

SANREMO - È ripreso in tribunale ad Imperia il processo a carico di Salvatore Aldobrandi, il 74enne residente a Sanremo, ora detenuto nel carcere di Valle Armea nel reparto sex offender, accusato dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Sargonia Dankha, giovane svedese 21enne, di cui si persero le tracce il 13 novembre 1995. All’epoca dei fatti la giovane era la compagna di Aldobrandi. Il cadavere della donna non fu mai ritrovato ma la sua famiglia ha sempre creduto nella colpevolezza di Aldobrandi, arrestato nella città dei fiori il 18 giugno 2023.

"Sargonia - ha ricordato questa mattina in tribunale ad Imperia davanti alla Corte d’ Assise, Andrea Bauch, una sua amica - era rimasta incinta di Aldobrandi ma aveva abortito, lui non ne sapeva nulla. La loro relazione era tossica, quando troncò la relazione con Salvatore prese in affitto un appartamento. Era felice. Quel giorno (il giorno della sua scomparsa) saremmo dovute andare a fare shopping. Mi chiamò alle 10:10, mi disse "Sveglia tesoro, ci vediamo alle 11:30". Non l’ho mai più rivista".

Andrea, nella sua testimonianza ricorda che poco dopo vide Salvatore che le chiese se avesse incontrato Sargonia. "Gli risposi di no e chiesi a lui se l’avesse vista. Non mi sembrava così triste. Ricordo che una volta vidi dei segni sul collo di Sargonia, pensavo fossero segni di affetto invece erano lividi da strozzamento. Sargonia lo aveva denunciato per maltrattamenti".