GENOVA - Dopo il presidente della Regione Giovanni Toti anche il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani ha chiesto di essere interrogato per raccontare la sua versione e difendersi dai magistrati che lo accusano di corruzione. Lo riferisce il suo legale, l'avvocato Massimo Ceresa Gastaldo, che aggiunge che il suo assistito si è anche detto disponibile a dimettersi dal suo incarico in Regione, "abbiamo chiesto ai magistrati la possibilità di formalizzare la richiesta, siamo attesa di una risposta" spiega Ceresa Gastaldo.
Cozzani, agli arresti domiciliari nella sua casa di Portovenere, ex "enfant prodige" della politica, grazie a una lista civica era stato eletto sindaco della sua Portovenere a soli 28 anni, mantenendo poi la poltrona di primo cittadino per dieci anni, sino al 2023.
Il capo di gabinetto della Regione è il principale indagato dell’inchiesta spezzina coordinata dal procuratore capo Antonio Patrono e dal sostituto procuratore Elisa Loris, indagine da dove è nata l'inchiesta genovese, perché proprio intercettando lui gli inquirenti sono arrivati alla presunto giro di corruzione attorno al presidente della Liguria Toti. All'interrogatorio di garanzia della procura di Genova Cozzani si era avvalso della facoltà di non parlare ma nello stesso tempo aveva fatto dichiarazioni per negare ogni addebito.
A Cozzani i magistrati contestano l'accusa di corruzione elettorale perché avrebbe avuto contatti con i fratelli gemelli Antonio Angelo e Italo Maurizio Testa, esponenti di Forza Italia in Lombardia, considerati molto vicini al coordinatore regionale Alessandro Sorte, anche loro indagati, ritenuti vicini alla cosca mafiosa del clan Cammarata.
I Testa e Cozzani sono accusati “di aver promesso posti di lavoro ed il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e comunque siciliani verso la lista Cambiamo con Toti Presidente, nonché verso l’indagato Stefano Anzalone ed alcuni altri candidati della predetta lista,
Cozzani è poi accusato anche di abuso d'ufficio, turbativa d'asta e falso. Fra gli episodi contestati anche le violazioni procedurali per permettere a due immobiliaristi milanesi, i fratelli Paletti di aggiudicarsi la costruzione di uno stabilimento balneare nell'isola Palmaria, un gioiello naturalistico del comune di Portovenere dichiarato Patrimonio Unesco, la cui gestione sarebbe poi dovuta essere affidata al fratello, Filippo Cozzani, anche lui indagato.
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